1. Eneide Postmoderno-dell’addio al Regno delle Amazzoni e delle conseguenze.


    Data: 12/12/2022, Categorie: Erotici Racconti Racconti Erotici, Etero Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    Non fu rapida né feroce come si era aspettato Janus, la battuta di caccia. Armati di archi lunghi dalle frecce a punta larga e affilata, lui e la Regina cavalcarono quelle bestie di equina sembianza per boschi e vallate. La caccia, iniziata all’alba, li vide muoversi sino al mattino inoltrato, in cerca di prede che parevano tuttavia sfuggire loro come spettri nella pioggia.Janus aveva premura di dire alla Regina ciò che aveva visto, ma essa era bella e lui, come sicuramente altri uomini, era rimasto grandemente ammaliato dalla bellezza della femmina che cavalcava ora al suo fianco. Ergo, parlare di addio e partenza era ben difficile.Eppure, la visione di suo padre e l’annuncio della necessaria separazione erano imperativi, egli aveva un ruolo, un destino da vivere. Non sarebbe stata la sua libido a trattenerlo dal seguirlo.Nondimeno, la bellezza della Regina era calamita e il desiderio di vivere una vita là, nel regno di Kelraes era una tentazione a cui solo un animo eroico avrebbe saputo resistere.-È forse uso presso la tua gente insistere in una battuta di caccia fallimentare?-, chiese alla Regina.Ella, cavalcante accanto a lui, fieramente ritta sul dorso del destriero, sorrise, riconoscendo il tono giocoso. Il suo sorriso pareva raggiante, conferiva ulteriore bellezza al viso stupendo già di per sé.-Non si usava forse presso il tuo popolo cercare la cacciagione a dispetto dell’apparente assenza?-, chiese lei. Janus scosse il capo.-Era da secoli che l’arte della caccia ...
    ... più non veniva praticata a Licanes. Solo nei villaggi di frontiera v’erano uomini dediti a tale pratica.-, disse.-Cosa mangiavate, dunque?-, chiese la Regina. L’Esule parve riflettere, rimembrare.-Mangiavamo principalmente i frutti della terra, madre generosa che provvedeva alle nostre necessità. Coltivavamo armenti da cui ottenere farina che diveniva poi pane.-, spiegò.-Ah. Niente carne?-, chiese l’amazzone. Il sorriso era ricomparso.-Solo quella di donna, nell’amplesso, e neanche un morso…-, disse Janus ridendo.La Regina rise con lui. Poi alzò lo sguardo. Le risa tacquero.-Si avvicina una tempesta.-, disse osservando il cielo grigio e nuvolo.-Invero, dovremmo fare ritorno al palazzo, mia signora.-, osservò Janus.-Nel tempo di pioggia la tua gente si rifugiava in casa o proseguiva ciò che doveva fare?-, la voce della Regina era ora seria, -Abbandonavano forse i loro doveri, armi e strumenti lasciati sul terreno per timore di bagnarsi? Da noi non é questo l’uso, o Esule!-, diede di sprone alle redini, lanciando il destriero in corda. Janus la seguì rapidamente, pensando che la tempra della Regina non fosse seconda che a una sola donna da lui conosciuta.-O somma guerriera, potrebbe essere tuttavia saggio ripararsi!-, esclamò raggiungendola mentre la pioggia prendeva a battere. La Regina parve temporeggiare un istante, esitare.-Invero, potrebbe esserlo. Sicuramente, le nostre prede non saranno all’aperto più di quanto lo fossero prima.-, disse. Tuoni ruggirono in cielo. La donna ...
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