1. Eneide Postmoderno-dell’addio al Regno delle Amazzoni e delle conseguenze.


    Data: 12/12/2022, Categorie: Erotici Racconti Racconti Erotici, Etero Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... gravità e dalla profondità del mio entrare in te.-, disse Janus mentre pompava. La baciò. Lei lo morse appena. Sentì le unghie di lei nella schiena. Una vera pantera. Già lo sapeva che l’indomani avrebbe avuto la schiena a strisce. La pioggia fuori non la smetteva di scrosciare. Era un temporale di forza inaudita, come mai ne aveva vissuti nella sua ormai distrutta patria.-Mostramene altre e godiamone finché non ti sarà più possibile…-, sussurrò la Regina.-Come desideri!-, esclamò lui. Con un ultimo colpo di reni uscì dalla donna e la rivoltò. Lei capì.Ricordava la posizione in cui l’Esule aveva posseduto Althea. Si mise a carponi.Lui si posizionò. Cercò la fenditura della vulva e, trovatala e aiutato dalla mano di lei, vi entrò.Prendendola per le reni, prese a possederla con forza. Athlia gemette, urlando il suo piacere.I tuoni risposero da fuori. Janus continuò, instancabile, stringendo la chioma di lei come le redini di una cavalcatura. Le mucose dell’amazzone lo stringevano con forza dovuta a molti accoppiamenti, con foga la donna spingeva il bacino contro di lui per farlo entrare di più, sino alla radice del membro che, ormai prossimo al godimento era gonfio e sanguigno.-Riversa il tuo seme in me, esule!-, supplicò la regina. Lui diede altri colpi di reni. ancora e ancora.Poi lo sentì, fu come un onda anomala, una tempesta rapidssima e fugace ma potentissima.Ebbe appena il tempo di affondare interamente nella Regina un’ultima volta volta, poi venne.La Regina sentì il di ...
    ... lui seme eruttare in lei in cinque roventi schizzi. Godette con lui.Spossati giacquero sulla nuda terra, l’uno dentro l’altra, ancora avvinti dalle malie del sesso.Quando Janus ebbe modo di rialzarsi sentì che la pioggia era terminata.-Dovremmo fare ritorno al palazzo, o Regina.-, disse, -La nostra assenza é stata lunga e presso la mia gente ciò avrebbe dato adito a malelingue e pettegolezzi.-.-La tua gente, appunto. La mia non commenterà: sono la Regina e ciò che abbiamo appena fatto é tanto dovere quanto piacere.-, ribatté lei. Lui annuì. Lei prese una fiasca dai suoi abiti.-Bevi.-, disse. Lui eseguì. Vino speziato con miele d’aclisia. Dolce, anche troppo.-Bevendo dalla coppa da cui hai bevuto ti eleggo mio compagno.-, disse la Regina, bevendo.Janus improvvisamente assunse un’aria triste. Lei lo guardò, corrucciata.-Non é forse ciò che entrambi volevamo?-, chiese.-Mia signora… non é destino che io resti al tuo fianco, sebbene potendo lo farei con grande, enorme piacere, per mille anni!-, esclamò. Lei lo fissò, passione e amore ormai contestati da sospetto, tristezza e paura, evidente conflitto sul bel viso che tanto prima aveva goduto.-Ma così facendo tradirei la memoria di mio padre, la memoria dei miei avi e il compito che mi fu dato dalle loro ombre, radunate al di là del fiume dei morti.-, disse Janus.-Ed essi ti obbligano a una cerca forse impossibile, invece che contentarsi del loro riposo nel Cielo? Ti strappano alle braccia di una donna che ti vuole e ti brama come ...
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