1. Fantasie da LookDown


    Data: 04/12/2022, Categorie: Lesbo Autore: Lizbeth Gea, Fonte: EroticiRacconti

    ... sempre più verso di me, mi sento invadere dal suo piacere, gemo, il mio respiro si fa sempre piu affannoso, e vengo di getto.
    
    Lei se ne accorge e mi da delle rapide sberle sulla mia passera innondata – “mi devi un favore” – si alza, esce. Torna subito con in mano un strapon nero – “sono stufa di usarlo da sola” – se lo infila in bocca e lo succhia, rimango a guardarla.
    
    “Mi vuoi scopare con quello” – dico speranzosa.
    
    Si avvicina sinuamente, mi fa alzare il culetto, mi stringe il cazzo finto sulla vita – “tutt’altro” – elegantemente si siede sopra di me e lentamente mi cavalca.
    
    Ma quanto possono essere porche le mature. Sono affascinata dal suo corpo statuario, sicuramente ben allenato, che si muove lentamente sopra di me. Gli mordo i capezzoli.
    
    La vedo fare su e giù con fermezza e autorità, mi dico, non devi innamorarti di lei.
    
    Improvvisamente si fa piu dolce, mi accarezza il viso, mi bacia delicatamente e si gode quel cazzo finto con movimenti lenti e decisi.
    
    La sua mano si pone sul mio seno, mi pizzica, poi mi afferra il collo e quasi mi soffoca. Gli lo faccio notare, ma lei imperterrita continua. Appena mi sento svenire, lei molla la prese e mi da delle sberle sulle tette, per farmi riprendere e mi morde i capezzoli.
    
    Dentro di me scocca una scintilla, la rabbia mi assale, per un attimo sento che ho perso il controllo di me stessa e della situazione. La spingo via, la faccio cadere per terra.
    
    Mi alzo – “stronza” – ho l’ira negli occhi. Le afferro ...
    ... i capelli. La faccia alzare – “faccia al muro” – Lei obbedisce subito.
    
    L’accarezzo, le passo le mani su tutto il corpo, le sputo sul culo, le metto tre dita dentro, la sento bestemmiare di nuovo.
    
    Sostituisco le dita con il cazzo di gomma e la sbatto al muro, sussurra – “era ora”
    
    “Era quello che volevi non è vero?” – non aspetto risposta e le tiro i capelli, la sfondo e la sculaccio. Il fallo nero scorre dentro di lei, le afferro le tette e l’attraggo verso di me, voglio che lo senta tutto.
    
    Lei cerca la mia testa con la sua mano, la trova mi piega verso di se, le bacio il collo.
    
    Lo scatto di ira sembra esaurirsi, la giro, mi inginocchio, le lecco la figa, le accarezzo le gambe e lei accarezza i miei capelli, sembra tornato tutto alla normalità, per così dire.
    
    “Ora voglio venire”
    
    La prendo per mano, la conduco verso la camera di sua figlia – “Ma sei pazza?” – Sorrido – “Si”. La faccio sdraiare sul minuscolo letto di Roberta. Le succhio le tettone, le accarezzo, la bacio e poi rinfilo il pene di gomma dentro di lei, stavolta nella figa, e inizio un lento e inesorabile movimento.
    
    Lei mi stringe a se, mi bacia, gioca con la mia lingua con la sua, dice che mi ama, ma so che è un modo di dire. Stringo piu forte il suo seno e la scopo con piu decisione.
    
    Le pettino, con le mani, i capelli all’inizio e le ordino di venire. Lei non accenna minimamente all’orgasmo. “vieni troia”.
    
    Passo la mia lingua sul suo corpo di marmo, le do una sberla e poi mi ricordo ...
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