1. Fantasie da LookDown


    Data: 04/12/2022, Categorie: Lesbo Autore: Lizbeth Gea, Fonte: EroticiRacconti

    (prima di inziare è giusto dire che è tutta pura fantasia)
    
    Che palle rimanere chiusa in casa, sono stanca di vivere da sola, tutto questo mi sembra assurdo, fino a poche settimane fa, uscivo con le amiche, facevo sesso, si facevo sesso, tanto sesso.
    
    Sono stanca di usare il mio dildo, sono stanca di non avere un contatto umano, sono stanca di vedere le mie amiche sono via skype. Voglio qualcuno che mi faccia sentire viva di nuovo, voglio un rapporto reale. Ma non si può.
    
    Ormai è mezzanotte, guardo fuori, tutto tace, tutto sembra tranquillo, penso che qualcuno, da qualche parte, stia scopando e si stia divertendo.
    
    Ho deciso, mi vesto, un abito nero leggero, metto la mascherina e vado a fare un giro per le strade deserte, tanto chi vuoi che incontri a quest’ora, i carabinieri?.
    
    In giro non c’è proprio un’anima viva, a dire il vero c’è qualche puttana coraggiosa e il solito spacciatore, ma faccio finta di non vederli. E’ desolante vedere il centro della mia città così, di solito è sempre animato, ora, al massimo, posso incontrare qualche topo che approffitta della mancanza di esseri umani.
    
    Cammino e vedo il parco dove ho limonato la prima volta con Federico, più avanti c’è il locale dove ho incontrato la mia prima donna, che ricordi. Uhn quel ponte, come è stato bello fottere quell’extracomunitario in riva al fiume, ricordo ancora il suo cazzo nei dettagli. Ma cosa sto pensando, idiota, ormai vivi solo di malinconia.
    
    Improvvisamente mi viene un idea malsana, ...
    ... è troppo pure per me, non posso farlo, ma quel tarlo continua a girarmi in testa, l’astinenza è un male incurabile.
    
    In lontanza vedo una condominio elegante, un sacco ti tempo fa ci abitavano una mia amica con sua madre, chissa che fine hanno fatto. Quel pensiero malsano pulsa ancora nel mio cervello.
    
    Dovrei, potrei. Accidenti ora pure il mio sesso reclama la mia attenzione.
    
    Mi avvicino lentamente a quello stabile, la pulsantiera del citofono è fortemente illuminata, come se mi invitasse ad usarla.
    
    Resto ferma titubante, non vedo il cognome della mia amica, si è sicuramente trasferita, però non me ne vado, quell’idea mi perseguita.
    
    Mi mordo il labbro inferiore e mi decido.
    
    Alzo lentamente la mano e premo il primo bottone che incontra. Nessuna risposta.
    
    Ormai sono decisa, ne premo un altro. Questa volta qualcuno mi risponde, ma è una voce da bambina, merda. Sto zitta. Chiede diverse volte chi è, io non risponde. Si stanca e la comunicazione si interrompe.
    
    Ci sono altri otto tasti da premere, penso quasi di andarmene, ma faccio l’ultima pazzia, li premo tutti e dico: “Qualcuno vuole scopare con me?”
    
    Oddio l’ho detto davvero.
    
    Dagli autoparlanti arrivano voci confuse, sento dire svariate frasi.
    
    “Ma chi è questa troia”
    
    “Questo è un condominio rispettabile, non vogliamo prostitute”
    
    “Magari tesoro, ma c’è mia moglie”
    
    “Mignotta che non sei altro, vieni da me che ti faccio avere il mio cazzone” il solito cafone.
    
    Sento il click del portone e ...
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