1. Quel demone chiamato angela.- cap 2 di 6


    Data: 19/09/2017, Categorie: Etero Autore: Zindo, Fonte: Annunci69

    ... gente per uscire dalla stazione, per salire in auto e correre veloci verso l'alcova. Un tragitto breve durante il quale le mani di Biagio furono più impegnate a palpare le cosce di Angela che a badare al volante e Angela, dopo aver guardato il suo uomo affascinata dal profilo di lui, dalle sue labbra, dai piccoli puntini della barba ben rasata, aveva allungato la mano perché non aveva resistito ulteriormente al desiderio di avere di nuovo non solo la visione di Biagio ma anche il suo corpo, in particolare quella parte che toccò incrementando ulteriormente il desidero di riaverlo di nuovo.
    
    Biagio aveva già in precedenza data una lauta mancia al portiere, per questo poterono entrare dicendo semplicemente “La signorina sta con me, saliamo un attimo in camera”.
    
    L'attimo era durato l'intero pomeriggio.
    
    Appena varcata la soglia, richiudendola con la punta del piede, Biagio aveva afferrato un braccio di Angela che si era subito fermata. Prima che la porta si chiudesse del tutto sulla spinta di piede, Angela era già premuta con le spalle contro il muro dal corpo di Biagio. Le bocche erano unite e si scambiavano lingue e saliva, le braccia di lei stringevano il corpo di lui, quelle di Biagio frugavano tra i vestiti a cercare la pelle, le zone di particolare interesse, come i glutei, i seni, le cosce.
    
    Il membro di lui s'era fatto rigido, la vulva di lei s'era fatta umida.
    
    Avevano atteso troppo tempo per temporeggiare ancora. Non era più la loro prima volta e ulteriori ...
    ... preliminari potevano essere rinviati ad una eventuale seconda ripresa. Al momento entrambi volevano urgentemente arrivare al nocciolo.
    
    Ci arrivarono subito, andando presto verso il letto, spogliandosi in maniera selvaggia, lasciando i vestiti sparsi sul pavimento, finendo di toglierseli reciprocamente quando erano già distesi sul letto. Con frenesia Biagio le era saltato addosso come se avesse voluto violentarla. Lei era stata più che pronta a lasciarsi violentare, anzi era stata, in un certo senso “complice del suo assalitore” agevolandolo con l'apertura delle cosce, aiutandolo con il porre lei stessa il cazzo di lui nella traiettoria migliore perché entrasse subito. Penetrazione rapida e senza alcuna difficoltà questa volta. Entrare col pene in lei e spingerlo fino in fondo e poi correre avanti e in dietro, a ritmo quasi forsennato sin dall'inizio.
    
    Angela si era sentita estasiata per le emozioni provate nel rimbalzare sul materasso a tutte le spinte energiche e ripetitive di lui, per il sentirsi piena di lui, per essere stata dominata e domata. Si era aggrappata all'uomo con le braccia intorno al collo e le caviglie attanagliate alle cosce di lui, prima di tirarle su, verso i glutei dell'uomo per essere sempre più ricettiva, insaziabile in quella sua ingordigia di maschio.
    
    Il letto aveva cigolato, la testata del letto aveva tamburellato contro la parete, i respiri s'erano fatti grossi e ritmati, i vagiti ed i mugugni erano sfuggiti dalle bocche e nella stanza ci fu ...