1. La Caduta. Atto Quarto. Della decisione di Septimo, dell’elezione di Serena Prima a Comes Imperatoris e di ciò che seguì.


    Data: 24/10/2022, Categorie: Erotici Racconti Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Etero Lesbo Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... si erano apertamente schierati con Aristarda. In diversi avevano scelto di trincerarsi e combattere contro le sue forze, proclamando che sarebbe dovuto essere il Senato a decidere. Altri avevano accettato di supportare altri candidati minori al titolo di Imperator. Septimo sorrise senza reale gioia al pensiero che se sua sorella aveva desiderato sollevare l’Impero contro di lui svelando la verità affinché tutti si schierassero al suo fianco, alla fine aveva fallito. Ma il danno restava. La sua immagine era screditata, e gli Dei stessi parevano avergli voltato le spalle: altre due sconfitte a opera di sua sorella gli avevano sottratto la catena montuosa Pirenaicea. Aristarda avanzava, implacabile. Tutta l’Hiberia si era sollevata con lei, e anche la Ferancia Pirenaica aveva ormai deciso di schierarsi al fianco della sorella maggiore di Septimo. Il suo Legato e Comandante Supremo, Proximo Lario, aveva conseguito un’ennesima vittoria a Renneus, appena sul confine tra la regione dei Monti Pirenei e la Ferancia lealista. E ora, si preparava a invadere il resto della provincia. Septimo bevve pensoso un sorso dal calice. Dalla sua aveva ancora la Ferancia, l’intera Italica, l’Elvectia, la Perusia e le Insule Britaniche.
    
    Restava da vedere se l’Eprius, l’Antolica e altre province apparentemente ancora fedeli avrebbero rispettato il loro vincolo al trono di Roma. In sé, ragionava l’Imperator, la situazione non era eccessivamente grave: l’Impero non era sotto attacco da parte di ...
    ... terze parti esterne, i nemici interni erano (con l’eccezione di Aristarda) impegnati a darsi battaglia gli uni gli altri. Sua sorella Aristarda invece aveva l’obiettivo specifico, imperativo e assoluto di abbatterlo. Gliel’aveva reso ben chiaro. Septimo osservò di sbieco la lettera. Le parole vergate in una calligrafia decisa ma talmente dura da squarciare la pergamena su cui erano state scritte, recavano tutto l’odio che sua sorella doveva aver provato per lui dopo aver appreso della sua trasgressione. Congedò Glauco con un ordine secco e raggiunse la pergamena, rileggendola.
    
    Fratello. Questa lettera avrebbe dovuto essere una lettera di pace, una mediazione, un tentativo di lenire la sofferenza del popolo che noi stiamo loro infliggendo con questa nostra contesa. Avrebbe dovuto essere così. Avrebbe dovuto. Ma un messo, un fedele seguace di Socrax, che tu hai fatto giustiziare (e solo per questo meriteresti la morte)!, mi ha invero rivelato di ciò che hai fatto. L’orrore e la rabbia sono tanti e tali che non ne parlerò. Non serve. Hai dissacrato l’Impero, Septimo. Gli Dei ci hanno voltato le spalle, disgustati dal tuo agire depravato, dalla tua scellerata lussuria. Anche se il nostro Impero venisse fagocitato dal Caos, anche se il retaggio di Licanes dovesse svanire da queste terre sventurate, mai potrei contemplare anche solo l’idea della più fievole tregua, figurarsi pensare a un’alleanza. Non sei un mio pari, sei la vergogna dell’Impero e della nostra famiglia. Non sei mio ...
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