1. Valentina al lido


    Data: 16/06/2018, Categorie: Tradimenti Autore: maialazzo, Fonte: Annunci69

    ... volta il dolore era minore e l'urlo fu più contenuto. Ripetè l'operazione tre o quattro volte, finchè l'aaaahhhh non si trasformò in "oooohhhhhh". Allora capì che mi ero adattata alle sue dimensioni e cominiciò a muoversi con un buon ritmo, senza esagerare, intanto mi palpava le chiappe a due mani. Iniziava a piacermi. Mi vergognavo per quanto ero squallida; in una baracca con il cazzo duro di un vecchio sporcaccione sconosciuto nel culo, mentre sua moglie ci osservava, a poche centinaia di metri dalla mia famiglia... se questo non è essere troia!
    
    La cosa è andata avanti a lungo, evidentemente il secondo giro dura di più; ogni tanto mi infilava anche qualche dito in figa, mandandomi splendide scosse al cervello, continuavo ad essere in uno stato di quasi orgasmo continuo, un'estasi...
    
    Ogni tanto la moglie interveniva:
    
    - Daje, sfonnale er culo!
    
    Ma lui doveva essere troppo impegnato a incularmi per risponderle.
    
    Ad un certo punto mi afferra per la coda e mi fa tirare su, sempre con il suo palo piantato dentro al sedere; la curva della sua pancia si adatta perfettamente a quella della mia schiena, così mi ritrovo scopata in piedi, con le narici piene del suo acre odore pungente; ma poi mi fa girare la testa e mi infila con decisione la lingua in bocca. La sua lingua era come lui, come il suo cazzo, grossa e calda, mi riempiva la bocca come il suo cazzo mi riempiva il culo. Birra e fumo erano i gusti della sua bocca. Mugolavo, mi sentivo piena e costretta, ma mi ...
    ... piaceva un sacco. Passò un braccio davanti e mi riempì anche la figa, non so con quante dita, ma ero piena dappertutto, bocca figa e culo, e tutto con un uomo solo; che gran porco!
    
    Fu in quella posizione che lo sentii prima gemere e poi scuotersi tutto, staccò la bocca e ruggì nuovamente mentre mi riempiva l'intestino con il suo succo.
    
    Mi accasciai di nuovo sul tavolo, e lui sopra di me, ma era troppo pesante, quasi mi soffocava. Gli chiesi di spostarsi e lui lentamente si tirò su e uscì dal mio sedere.
    
    Anche se faceva caldissimo, sentii una sensazione di freso al buchino quando rimase vuoto. Mi sollevai con le gambe tremanti e il bacino dolorante per gli infiniti impatti contro il tavolo. Mi guardai in giro per cercare qualcosa con cui pulirmi e lavarmi, ma arrivò la moglie che mi prese per un braccio, subito sotto l'ascella, mi mise un sacchetto di plastica in mano e mi trascinò fuori dicendomi:
    
    - A mignotta, pijate sti panini e sparisci, nun ce piacciono le troie di città qui!
    
    E mi spinse verso il vialetto cosparso di aghi di pino lanciandomi dietro il mio pareo. Mi resi conto che avevo ancora il costume alle ginocchia e una tetta di fuori.
    
    Mi ricomposi; sentivo l'appicicume lasciato dal suo sperma sopra il sedere e sentivo anche che il mio buchino era troppo aperto per trattenere il fluido che usciva. Mi calai gli occhiali sul viso e mi diressi verso la spiaggia con ancora il suo odore di sudore sulla pelle. Giunsi in spiaggia che mio marito stava leggendo ...