1. Eneide Postmoderno – Dell’errare degli esuli e delle loro vicende


    Data: 14/08/2022, Categorie: Erotici Racconti Etero Lesbo Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... di quelle dell’animo, sono uno specchio e un tramite. La Dea legge ciò che la carne ha lasciato sullo spirito, o Janus.-, spiegò.-E legge anche… altro?-, chiese lui, sentendosi stupido nel domandare. Strinse leggermente un capezzolo dell’amazzone che gemette appena.-Legge tutto, mio amato. Finanche questo istante non le é ignoto.-, sussurrò Maghera.-Allora dovremmo dare modo alla Dea di osservare i nostri sforzi per non vedere la stirpe del Kelreas inaridire…-, suggerì lui baciandola.-Blasfemo…-, rise lei mentre lo baciava sentendo rinascere il desiderio per quell’uomo.Sentì il suo membro tornare ad ergersi. Lo manipolò piano.-Cavalcami, o valente guerriera!-, la esortò lui. L’amazzone s’impalò su suo sesso, accogliendolo dentre di sè con un gemito. Presero a muoversi piano, le mani che indugiavano su petti e volti, le bocche che si cercavano, famelicamente. Continuarono aumentando il ritmo e diminuendolo per un tempo lunghissimo, finché la giovane non sentì l’uomo prossimo all’orgasmo.-Godi con me, Janus.-, lo pregò Maghera graffiandogli il petto, -Godi di me… Godi in me!-.Quando lo sentì al limite aumentò il ritmo, graffiando il petto dell’Esule mentre si versava in lei.-Mi lascerei ben volentieri uccidere da te, mia amata.-, sussurrò abbracciandola.La risposta di Maghera fu un bacio.
    
    Fu al settimo giorno dall’abbandono di Cassius e dei suoi che il pericolo giunse inaspettato. Un essere enorme, serpentiforme e nient’affatto normale emerse dagli abissi.Janus organizzò ...
    ... lesto la difesa mentre tutto l’equipaggio si prodigava per abbattere quella bestia giunta dal più oscuro dei loro incubi. Le Amazzoni scagliarono frecce su frecce, sino vuotare le faretre, le armi a energia dei Licanei baluginarono emettendo lampi corruschi che andavano a bruciare la carne di quell’essere che, mai sazio di distruzione o forse solo bramoso della propria fine, nei suoi spasmi, colpì l’albero maestro. La vela della galea fu spazzata, infranto il nobile palo traverso che la reggeva. Infine, fu Cthea del Kelreas a compiere l’impresa: si lanciò dalla coffa dell’albero maestro, piantando il suo pugnale nell’occhio della bestia. Il ruggito e le convulsioni dell’essere furono tali da rischiare di scagliarla in mare, o da farla sfracellare sul ponte della nave sottostante diversi metri da lei. Impavida, Cthea estrasse il secondo coltello e trapssò ancora il mostro. Svellò il primo, ed evitando a stento il tentantivo del mostro di ucciderla, ne lese anche l’altro occhio. Cieco e furente, il bestio prese a muovere repentinamente il capo più volte.Cthea cadde in mare. Gli Esuli furono lesti a recuperarla con una cima mentre i Licanei sparavano per coprire quel salvataggio. La prodezza dell’amazzone aveva però dissuaso il mostro dal tentare nuovi attacchi e Janus lo vide fuggire. Cthea, riportata a bordo fu acclamata ma l’impatto era stato terribile: la gamba sinistra era lesa in modo grave ed era possibile che l’amazzone avesse riportato lesioni interne. Scossa dalla fatica ...
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