1. Alskarinna Clara


    Data: 05/08/2022, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Lizbeth Gea, Fonte: EroticiRacconti

    Avviso per i lettori, ora scriverò una cosa abbastanza forte, non so manco se è concesso in questo sito, ma giuro che è una storia vera, che non ho mai avuto il coraggio di confessare. Sicuramente nessuno arriverà alla fine del racconto. Chi per la lunghezza, utile per immergersi, chi per gli argomenti. Comunque buon divertimento.
    
    Erano passati alcuni giorni dalla nostra avventura con i vicini e da allora non li avevo più rivisti. Eppure mi tornava in mente quella promessa fattami dalla signora. Nel vicinato si diceva che erano tornati in città per lavoro. Sta di fatto che, anche senza averne intenzione, spiavo continuamente la loro casa e il loro giardino, con la speranza di rivederli.
    
    Quando una domenica, una di quelle lunghe giornate estive svedesi, vidi, mentre pulivo i piatti, la signora seduta al molo. Di suo marito nessuna traccia. Agii d’istinto. Lasciai galeggiare i piatti nel lavello e corsi da lei. Appena mi avvicinai notai il suo viso contrariato e decisi che, forse, non era il momento di disturbarla. Tornai indietro dei miei passi. Senza accorgemene, feci cadere un barattolo in acqua. Lei si girò e mi sorrise.
    
    Mi salutò caldamente e mi invitò a sedermi accanto a lei. A quella distanza vidi distintament il suo outfit. Indossava una camicetta attillata senza bottoni. Come accessorio indossava un cravattino. Inoltre indossava una bellissima minigonna di pelle e degli arrapanti stivali a mezza coscia, anch’essi di pelle. Un po’ esagerati per le giornate ...
    ... estive.
    
    Rimanemmo sedute senza dire una parola. A quanto pare non aveva molta voglia di parlare. Mi azzardai di chiedere di suo marito, non rispose.
    
    Improvvisamente si girò, mi fissò negli occhi – “ti va di andare in centro a divertirci?”
    
    Visto che ultimamente mi stavo annoiando, accettai. Mi prese per mano – “Bene andiamo”. Io cercai di contrastare la sua forza, ma mi fu impossibile. Cercai di farla ragionare.
    
    “Aspetta, aspetta, lascia almeno che mi cambi d’abito”
    
    “Va benissimo cosi”
    
    Indossavo un semplice vestito rosso, senza intimo, e delle scarpe di ginnastica.
    
    “Almeno posso avvisare il mio ragazzo?”
    
    “Mi stai annoiando, inviagli un messaggio”
    
    Non me la sentii di contraddaddirla e appena seduta al posto del passeggero della sua macchina, inviai un messaggio a Giovanni, dove gli scrivevo la mia intenzine di recarmi in centro con la signora, lui avrebbe capito, e che sarei tornata tardi. La spunta non divenne blu, a quanto pare si era già addormentato sul divano.
    
    Grazie alla sua macchina raggiungemmo velocemente l’isolotto di GanLa Stan, con le sue tipiche case colorate. Parcheggiammo davanti a un Night Club (non dico il nome altrimenti ci andreste tutti).
    
    Lei scese dalla macchina, io rimasi immobile titubante. Riaprì la portiera – “Allora ti muovi”
    
    Urlai fanculo in italiano, in modo che lei non mi capisse. Lei sorrise, dimenticavo che fosse internazionale. Scesi dall’abitacolo e la raggiunsi. All’ingresso mostrò un tesserino e ci fecero ...
«1234...7»