1. Mai addormentarsi nel tram


    Data: 03/08/2022, Categorie: Gay / Bisex Autore: bisexlover, Fonte: Annunci69

    ... l’arnese.
    
    L’uomo iniziò a guardarsi intorno, spostando il volto a destra e a sinistra, come a voler assicurarsi che nel piazzale non ci fossero occhi indiscreti.
    
    Era fatta, era mio.
    
    “Tu sei sempre così sfacciato?” Mi chiese.
    
    “Solo con chi mi piace” la mia risposta arrivò subito.
    
    “Ho più del doppio dei tuoi anni, sicuramente te ne sarai accorto. Come penso ti sarai accorto della fede che porto al dito.” Disse mentre io continuavo a massaggiargli lentamente l’uccello da sopra i pantaloni.
    
    “Sì, me ne sono accorto. Ma non ti devi preoccupare, io non ti conosco e tu non conosci me. Probabilmente non ci vedremo mai più. E poi, mi sembra che il tuo amichetto stia apprezzando, visto che lo sento crescere” gli risposi.
    
    “Cosa vuoi fare?” Mi chiese.
    
    “Posso succhiartelo?”
    
    “Non me lo sono mai fatto succhiare da un maschio, ma visto che siamo qua...”
    
    Troia come sono mi sarei inginocchiato all’istante e avrei iniziato a lavorare di bocca, ma lui mi fermò e disse “andiamo dentro il tram, almeno non diamo nell’occhio”.
    
    Un tram ancora mi mancava nella lista dei luoghi in cui avevo fatto zozzerie. Così una volta saliti, non mi controllai più e, da vero affamato di cazzo, gli sbottonai subito la cerniera dei pantaloni. Portai il naso sulle sue mutande e iniziai ad annusarlo. Profumava di uomo maturo, di uomo lavoratore, di uomo virile. Quell’odore mi inebriava e mi annebbiava la coscienza. Gli sfilai anche le mutande ed ecco che uscì fuori una grossa sorpresa. Un ...
    ... bel cazzo maturo lungo almeno 19 centimetri e spesso come una bottiglia di birra. La cappella era ricoperta dal prepuzio e lungo l’asta si incrociavano le vene. Le palle erano spaventosamente enormi, sicuramente piene di delizioso latte caldo che non aspettava altro che uscire. La folta peluria nera circondava questo spettacolo della natura e lo rendeva ancora più eccitante, ancora più uomo.
    
    Come mi misi quell’arnese in bocca, l’uomo iniziò a mugolare di piacere; e più succhiavo, più gemeva. Ero io a dare ritmo al suo piacere. Un po’ mi staccavo, un po’ riprendevo a succhiare. Di tanto in tanto annusavo la peluria per poi scendere alle palle, che stimolavo con la lingua. Sembrava che nessuno gli avesse mai leccato le palle, visto che ogni volta lanciava un urlo di piacere. Le mie mani, intanto, esploravano la sua pancia, le sue gambe, i suoi polpacci e i suoi glutei; sembrava che stessero suonando uno strumento musicale.
    
    Quell’uomo mi faceva impazzire, era proprio il mio tipo; avrei continuato così fino all’alba.
    
    Ad un certo punto mi disse “ora girati, voglio vedere il tuo buchetto”. Mi colse impreparato, a dire il vero, ma fui piacevolmente sorpreso dalla sua richiesta e mi girai dandogli la schiena. Mi abbassò le mutandine e iniziò a palparmi le chiappe con quelle mani enormi da conducente con esperienza. “Che culo da troia” diceva. E intanto lo schiaffeggiava.
    
    Il suo dito iniziò a esplorare le mie zone più intime e lo bloccai. Gli dissi che preferivo succhiare ...