1. Mai addormentarsi nel tram


    Data: 03/08/2022, Categorie: Gay / Bisex Autore: bisexlover, Fonte: Annunci69

    Era un bel giorno di primavera e in città faceva già un caldo esagerato durante le ore di punta. Le lezioni in università stavano volgendo al termine e presto sarebbe arrivata la sessione esami; inutile dirlo: caldo, stanchezza e libido, come sempre, si alternavano e insieme davano il ritmo alle giornate primaverili.
    
    Quel giorno con i compagni dell’Università decidemmo di fare un aperitivo dopo le lezioni e siccome era venerdì, già sapevamo che ci saremmo sbronzati fino a notte fonda. Così, arrivato al termine della giornata, ormai ubriaco e stanco, mi misi alla fermata ad aspettare il tram, il quale con 25-30 minuti mi avrebbe accompagnato a casa. Erano le 2.00 di notte e la città stava già riposando avvolta da un dolce venticello primaverile e per le vie del centro regnava la quiete assoluta. Tutta questa pace, mi avrebbe portato ad addormentarmi sulla panchina della fermata se non fosse arrivato il tram all’istante. Fortunatamente era vuoto e potevo sedermi dove volevo, visto che durante il giorno a momenti non si riesce ad entrare talmente tanta gente. Perciò decisi di sedermi su un sedile a pochi passi dal conducente, non si sa mai, fosse salito qualche pazzo o malintenzionato. Mi misi le cuffiette, sperando che la musica mi tenesse sveglio e iniziai a farmi trasportare. Intanto il conducente saltava le fermate poiché non c’era nessuno ad aspettare. Con un po’ di fortuna sarei arrivato a casa di lì a una decina di minuti,
    
    se... non mi fossi addormentato ...
    ... profondamente.
    
    Come temevo, mi ritrovai ad essere svegliato dal conducente stesso, non so quanto tempo dopo, all’ultima fermata di quella corsa. In preda al panico, ma sempre in stato di ebbrezza e di confusione, gli chiesi dove fossimo. Vedevo tutto sfocato e sdoppiato e mi sembrava di essere all’interno di una centrifuga. Non potevo tornare a casa a piedi e soprattutto da solo, cosa avrei fatto?
    
    L’autista mi sembrava piuttosto gentile e paziente, a differenza di molti altri, ma era anche palese che volesse solo tornarsene a casa. Non potevo chiedergli di darmi un passaggio; mi vergognavo un po’, nonostante la mia faccia tosta. Allora misi su un mini teatrino da ragazzino ubriaco in cui mi lamentavo di quanto stupido fossi stato ad essermi addormentato nel tram e aver, dunque, mancato la mia fermata. L’autista, sembrava molto comprensivo, ma aveva fretta di chiudere quel tram e mettersi in marcia verso casa sua. Tra l’altro, quando lo misi a fuoco meglio, mi resi conto che non era niente male. Era un tipico padre di famiglia, di età compresa tra i 45 e i 50 anni, alto quanto basta, brizzolato, carnagione scura e occhi chiari. Indossava la divisa della società di trasporti per la quale lavorava, ma si era tolto la giacca, sicuramente per il caldo della giornata; così, dalla camicia sbottonata potevo intravedere la peluria brizzolata tipica della sua età e, spostando lo sguardo un po’ più in basso, riuscivo a osservare la sua bella pancetta contenuta dalla cintura. Nonostante i ...
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