1. Sverginato da una quarantenne.


    Data: 27/07/2022, Categorie: Prime Esperienze Autore: PumJack, Fonte: EroticiRacconti

    ... comperare delle sigarette e fumare liberamente nascosto sugli scogli del porto? Andai in fretta e in furia alla stazione dei treni distante pochi metri, chiesi un pacchetto da 10 ed un caffè. Appena davanti a me una donna bionda, capelli mossi, lunghi vagamente attaccati dietro e un pantalone bianco di jeans che mettevano in mostra un “bel culo” accentuato da un tacchetto niente male. Non le diedi troppo peso, avevo fretta di prendere le mie sigarette, il caffè e correre a fumare. Prese le siga mi spostai lateralmente sul bancone del bar in attesa del caffè. Non dimenticherò mai quella scena. Ebbi la sensazione che quella donna mi stesse fissando, potevo vederla con la coda dell’occhio, ma ero timido ed impacciato per voltarmi a verificare, per cui continuai a fissare il caffè che usciva dalla macchinetta nella mia tazzina con una lentezza incredibile, avevo i suoi occhi fissi su di me, li sentivo, lo sapevo. Quando il barista mise il caffè sul piattino avevo sempre la sensazione del suo sguardo su di me e sentii che stava sorridendo, come se ridesse di me. Non so perché ma il mio battito accelerò. Accedeva spesso che le ragazze ridessero di me. Presi la tazzina e con la scusa di bere feci un passo indietro per guardarla, e con grande sorpresa vidi che era una Donna, una vera femmina grande, troppo, troppo grande per me. Pensai che al fatto che mi ero appena fatto un film sul fatto che mi stesse fissando per cui mi venne da ridere, eh sì ridevo di me stesso. Lei si accorse ...
    ... che stavo sorridendo e io mi resi conto nello stesso istante che davvero mi stava fissando, il caffè mi andò quasi di traverso, lei sorrise e io impacciato come non mai, poggiai la tazzina, presi subito le sigarette dalla tasca e aprendo il pacchetto con la mano tremolante, estrassi una sigaretta ed uscii dal bar fermandomi fuori a fumare. Feci un sospiro di sollievo nel non sentirmi ancora i suoi occhi addosso e tirai una bella boccata di fumo che dopo il caffè aveva proprio un altro sapore. Mi sentii toccare sul braccio e una voce che mi disse “mi fai accendere?”. Era lei, e in silenzio le passai l’accendino e mi accorsi che mi tremavano le mani. Lei accese e disse “sei agitato? Stai Tranquillo” e io “no no sono tranquillo, ma ho avuto per un attimo un deja vu”. Ovviamene era una cazzata, ma tirai fuori qualche altra parola per uscire pulito da quell’imbarazzo colossale che si era venuto a creare.
    
    “Come ti chiami?” chiese
    
    “Matteo”, non so perché, ma risposi con una disinvoltura mai mostrata prima, ma la cosa che ha più dell’incredibile era che inventai il mio nome di sana pianta come se avessi capito quello che sarebbe accaduto di lì a poco e non volevo che sapesse come mi chiamavo davvero (nei piccoli paesi si viene a sapere tutto subito). Una reazione degna dei migliori serial killer.
    
    “Matteo, qui non c’è niente di divertente da fare? devo aspettare un treno che passerà tra un’ora”
    
    “Dipende da cosa vuoi fare” dissi io
    
    “Immagino che si debbano conoscere le ...