1. Veni, Vidi e (non) Vici


    Data: 25/06/2022, Categorie: Comici, Autore: mare_di_beaufort, Fonte: EroticiRacconti

    ... Poi Guastalla ed altri paesi dai nomi che sapevano tutti di Emilia e di lasagne.
    
    Arrivai sul luogo dell’appuntamento in una ventina di minuti. Ero un’oretta buona in anticipo, sai quelle storie del guerriero che perlustra il campo di battaglia ed amenità del genere.
    
    Giracchiai per i campi ed erano stradine strette all’inverosimile. Tutte le volte che incrociavo un auto si rischiava di finire dentro un fosso. Per un attimo mi persi in mezzo a quel labirinto di cereali. Il TomTom se l’era perso, Roncocesi e di campo Wind lì ce n’era zero.
    
    Un posto che non c’era, la tramontana a spazzare la pianura ed una tipa che si divertiva a giocare a Ghosthebusters: questo era il quadro. E via via affiorava un malumore che schiumava appena sopra gli omeri.
    
    Poi venne il momento. Ero davanti a casa all’orario stabilito. Non è che attendessi il comitato di accoglienza ma un segno di rassicurazione, sì, bastava una manina a salutare. Segnalai il mio arrivo. Le istruzioni giunsero ancora via messaggio ed erano in stile anonima sequestri. Mi teleguidava: vai avanti di un 150 metri, indi svolta a destra e parcheggia all’altezza della campana.
    
    La campana? mi chiesi. Di chiese, lì non ce n’erano e solo al terzo tentativo intesi che si stava riferendo al serbatoio verde di raccolta del vetro.
    
    Davanti c’era un modesto caseggiato, speravo abitato e prima di scendere accesi la mia piccola assicurazione sulla vita: il portafoglio lo nascosi nel cassetto dei documenti e sul ...
    ... tergicristallo ci lasciai un foglietto scritto a mano che riportava il telefono di casa di mia mamma, quello di cellulare di mia sorella e l’avvertenza che se l’auto fosse stata ancora lì dopo un paio di giorni di chiamare senza esitazione.
    
    Respirone e via. A piedi mi avvicinai al 34 e da una decina di metri la vidi. Non proprio a figura intera, anzi, era solo uno spicchio di volto: gli occhi, la fronte e poco più. Il muretto di cinta arrivava giusto a quell’altezza e d’istinto mi venne di fare un paio di balzi.
    
    L’impressione iniziale, quella dei primi tre secondi, seppur sballata è in ogni caso fortissima. “Che cazzo ti saltelli, imbesuito e tienila dentro la pancia”, mi ripetevo mentre stavo ad aprire il cancelletto.
    
    Entrai in giardino, ed eccola, l’Elisabetta. Il sentimento di sconforto fu immediato ed aveva un titolo: questa, caro mio, non te la puoi permettere, serie A, altro campo da gioco.
    
    Mentre si facevano due salamelecchi di presentazione mi venne da rimpiangere un’onesta cassiera. Sarebbe andata bene pure con l’intimo spaiato e se avesse avuto alle dita qualche anellino con teschio, tipo Madonna, pazienza.
    
    Ma questa splendeva, di luce propria, ed una divinità, come fai a scoparla? E se poi mi fulmina con gli occhi e divento sale da cucina? La definizione di trombamica era del tutto fuorviante. Che trombasse era più che certo, in amicizia, dubitavo.
    
    I dettagli del telaio e della carrozzeria, a descriverli uno ad uno sarebbe quasi inutile. Era l’insieme che ...
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