1. Veni, Vidi e (non) Vici


    Data: 25/06/2022, Categorie: Comici, Autore: mare_di_beaufort, Fonte: EroticiRacconti

    ... incongruo e non erano solo le maniere: mica è fine che il tuo occasionale contatto ne voglia da te e te lo faccia intendere in modo così diretto. In realtà era una questione di ruoli e quelli son tutto. Delle milonghe ammiro il cerimoniale: l’uomo propone e la donna dispone. E’ la mia cultura, sono i cromosomi da Fred Flinstone. Esigo Wilma da rincorrere e guai a lei se si ferma. Più scappa forte, più mi si indurisce la clava.
    
    E’ successo qualche volta di aver fatto sesso fast, in un caso quasi all’istante. Con la mia fidanzata storica siamo finiti a letto subito dopo i baci di benvenuto ma senza che la cosa fosse stata preannunciata tipo pubblicazione matrimoniale: tra 15 giorni gli sposi convolano a nozze. E nel frattempo che si fa, si girano le cosce delle noci?
    
    Tutti questi ragionamenti da tiraseghe li avevo fatti in cinque minuti d’orologio ma erano tanto puzzo per niente. Che la mia destinazione fosse Reggio era stabilito da subito, anzi, da prima e la comunicazione del mio gradimento partì con qualche istante di ritardo sul dovuto. Era qualche faccino con denti di varie fogge.
    
    Da lì in avanti però, sul versante erotico, fu tutta una frana. Uno dei miei consulenti culturali, il dott. Bruce Springsteen cantava: I’m going down.
    
    E la prima pietra rotolò subito a seguire il riscontro e questa volta si trattava di una stringa internet, quelle composte da un tot di numerini e letterine strani. Copiai, incollai nella barra degli indirizzi e si trattava di una ...
    ... mappa Google. Indicava un punto appena fuori Reggio Emilia. Sulla zucca del qui presente la nuvoletta era zeppa di punti interrogativi. La soluzione arrivò sottoforma di wapp audio: “Ciao, Lorenzo, sono Elisabetta e questa è casa mia. Abito a Roncocesi. Vieni tu da me?”.
    
    Il ri-qui presente rimase a bocca aperta, smarrito come un wurstel sopra la Sacher.
    
    Qualche dieci minuti dopo ne arrivò un altro e mi liquefece più di un orologio di Salvador Dalì: “Quando potrebbe andarti bene. Io sono libera il primo pomeriggio, dall’una alle tre e mezza?”.
    
    Nella mia semplicità agricola me la contai su: sarà una che scopa in giro, va per le spicce e questo è il mio giorno fortunato, oh yeah.
    
    Dentro quella frasetta digitale c’era, però, qualcosa che non mi quadrava. Niente di definito, il tono di voce, forse vagamente posticcio, inezie da utero ipersensibile, a dire il vero. Dettagli da nulla di fronte alla gerarchia degli stimoli vitali: prima la riproduzione della specie, poi l’autoconservazione dell’individuo.
    
    In coda, sempre dal reggiano, ultimo graffio: “Scusami ma no telefono, per favore. Preferisco wapp”. Feci un giro in rete a placare l’irrequietezza ed andai a dare un’occhiata a questo posto: aperta campagna, una casa come un’altra al civico 34 senza alcun dettaglio che riempisse l’occhio.
    
    Conclusi che probabilmente avevo davanti un piatto di risotto fumante, c’era solo da pazientare che freddasse il giusto.
    
    Oltrepassai il Po a Dosolo mercoledì 27 verso mezzogiorno. ...
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