1. Mare d'inverno.


    Data: 25/05/2022, Categorie: Lesbo Autore: Adelina69, Fonte: EroticiRacconti

    ... avanzato”.
    
    “siamo più portate per i supercolici”
    
    “Ora vi porto io un rhummettino che vi rimette al mondo”
    
    “Anche due caffè allora”.
    
    Usciamo abbastanza brille, i rhummettini sono diventati tre, e poi è finito anche il mezzo litro di acido solforico camuffato da vino.
    
    Alberta mi cammina al fianco, e fa degli strani saltelli, ogni tanto ridacchia, per fortuna voleva restare lucida, cerco di respirare a fondo l’aria umida e fresca della notte, penso a questa nostra notte clandestina, al destino misterioso degli amanti, ritagli ambigui e rubati, il fascino della clandestinità, l’oscura sensazione che circonda il rimorso e i sensi di colpa, quando si ritorna a casa, tra le braccia sicure della normalità.
    
    Varchiamo la soglia della camera da letto, e ci spogliamo in silenzio, le cerate e le poche cose che ci ricoprono cadono in terra, per la prima volta saremo entrambe nude, in un letto comodo, faremo all’amore, dopo le fugaci palpatine sul pontile, e il raptus maniacale della prima volta, nel tugurio in mezzo ai campi.
    
    Ha voglia di assaporarmi, ancora non mi ha toccata per davvero, mi sdraio sulla schiena e allargo le cosce, lei inizia ad esplorarmi, con la lingua e con le mani, ci sta pensando da settimane, chissà quante volte si è masturbata, mentre immaginava di leccarmi, di toccarmi, forse per la prima volta in ...
    ... vita sua sente il sapore di una fica, mi rilasso e non penso a nulla, voglio solo godermi questa notte, con questa donna che mi tormenta dalla prima volta che l’ho incontrata.
    
    Il caffè ha borbottato nella moka, nella dispensa ho trovato un pacco di biscotti ancora chiuso, un rimasuglio dell’estate.
    
    Li sto inzuppando nel liquido marrone, penso alla nottata appena trascorsa, indosso ho un maglione e un paio di pantaloni di un pigiama, che ho trovato nel cassetto di un canterano.
    
    Alberta arriva silenziosa, si è messa un lungo paio di calzettoni di lana grigia, che la coprono fino a metà delle cosce, sopra ha una giacca di lana dello stesso colore, abbottonata sul davanti.
    
    Le verso il caffè dalla grossa moka, il pupazzo con i mustacchi mi osserva sornione, anche lei inizia inzuppare i biscotti, mangiamo in silenzio, entrambe sappiamo che qualcosa è rimasto in sospeso, le nostre voglie ancora non si sono placate.
    
    Sono sicura che mi abbia stregata, lo comprendo quando sposta la sedia e mi si piazza di fronte, sbottona il maglione e allarga le gambe, mi fissa con quello sguardo da puttana in calore, inizia a toccarsi le tette e quel leggero strato morbido che le ricopre il ventre, l’interno burroso delle cosce spalancate.
    
    Non resisto nemmeno mezzo minuto, mi inginocchio davanti a lei, e incollo la bocca alla sua fica. 
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