1. L’Abisso_01x01


    Data: 18/05/2022, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Donovak Villa, Fonte: EroticiRacconti

    ... COME FARAI? E SE POI NON FAI IN TEMPO?”
    
    A: “E CHE CAZZO MAMMA, HO GIÀ L’ANSIA PER STA COSA E TI CI METTI ANCHE TE, VAFFANCULO!”
    
    Da quelle parole traspare tutta la sua ansia e tutto il suo disagio, mi si stringe il cuore.
    
    Lui è tutto ciò che mi rimane adesso, quindi è ovvio che da madre voglia fare di tutto per aiutarlo. Con tutta l’ingenuità di questo mondo gli chiedo
    
    R: “POSSO FARE QUALCOSA PER AIUTARTI?”
    
    Un bagliore infimo gli pervade lo sguardo, facendo il finto ingenuo ribatte che non capisce cosa voglia dire ma alzandosi dalla tavola mi dice
    
    A: “IO ALLE 8 DEBBO ESSERE LÌ, HO VENTI MINUTI DI TEMPO, QUINDI ALLE 7:30 INIZIO. SARÒ NELLA MIA STANZA”
    
    Detto questo lascia la cucina e va direttamente a dormire.
    
    Solo a quel punto realizzo che cosa di fatto gli avevo proposto.
    
    Per un attimo torno in me, mi reco verso la sua stanza, sono davanti la porta pronta ad entrare per dirgli che ha capito male o che mi sono espressa male io, ma che comunque doveva arrangiarsi da solo perché non se ne parla che una madre faccia queste cose al figlio. Però poi penso che lo deluderei, che ormai glielo avevo fatto intendere e che in fondo, una madre deve fare la madre e aiutare in tutto e per tutto i figli facendo di volta in volta sempre tutto ciò che è necessario per il loro bene. Dio quanto sono combattuta. Faccio i piatti e vado a letto anch’io, sono lì che continuo a pensare, decido di dormirci su, intanto però punto la sveglia: 07:20
    
    L’ansia e l’inquietudine ...
    ... mi hanno fatta svegliare qualche minuto prima, stacco la sveglia e mi alzo, convinta: va fatto, è dovere di mamma.
    
    Mi infilo le ciabatte ormai logore e mi ritrovo davanti la porta della sua stanza, in vestaglia, scapigliata e struccata, ma penso che in fondo non era mica un appuntamento galante, andava fatto ciò che andava fatto e possibilmente il più in fretta possibile. Busso ed entro senza neanche aspettare la risposta.
    
    Alessandro è sveglio e si vede già da un po’, è sotto le coperte, nudo intuisco io. L’unica luce ad illuminare la buia stanza è quella della lampada vicino al letto che mi fa notare il barattolo per la raccolta già aperto sul comodino e pronto ad essere riempito. Lui non dice niente, io non dico niente, avanzo e mi siedo poco accanto la sua coscia destra. Lo guardo per un attimo e noto un ghigno a tratti inquietante. Prendo il bordo delle coperte che lo coprono fino al petto, le abbasso scoprendolo piano quando già all’altezza dell’ombelico spunta fuori il suo glande. Rimango quasi a bocca aperta, continuo a calare le coperte fino a quando non lo denudo del tutto e posso guardarlo in tutta la sua interezza. Inutile dire che era grande e grosso, il cazzo clonato di suo padre, ma il suo era anche venoso, con la cappella di un rosso pompeiano e pulsante. Si era depilato da poco, cosa che apprezzai anche se la carineria mi imbarazzò un po’. Sembrava fatto di marmo e la conferma la ebbi non appesa lo sollevai dal suo addome con entrambe le mani. Cominciai ...
«1234...»