1. 021 psicoterapia del cazzo


    Data: 13/05/2022, Categorie: Gay / Bisex Autore: CUMCONTROL, Fonte: Annunci69

    ... gazebo e poi viene giù tutto tanto sta ubriaca?
    
    - Cosa provava in quegli istanti. Mentre era compresso con altri uomini…
    
    - Dapprima un profondo dolore nel cuore. Il sonno aveva sopito la mia tristezza ma quando mi risvegliai no, non poteva essere vero, il mio ragazzo mi aveva davvero lasciato, mi aveva portato dall’Italia alla Slovenia e poi mi aveva mollato lì, in quel luogo che io non conoscevo, ed era terribile perché quelle persone con cui stavo ridevano senza riguardo, tutti sdentati e bevevano credo della vodka.
    
    - Ha domandato loro qualcosa?
    
    - Si, chiedevo dove fosse il mio ragazzo, dove fossi diretto, esigevo di essere riportato da lui o al massimo in Italia. Io.. Io volevo tornare nella mia città, volevo la mamma. Ma loro niente.
    
    - Loro niente?
    
    - Loro ridevano si davano degli scappellotti e fu li che mi misi a supplicarli e poi non so, è come se d’un tratto io ebbi una crisi di nervi e mi misi a strillare terrorizzato. Io volevo tornare a casa, volevo solo tornare a casa. Poi…
    
    - Poi…
    
    - Poi quello che se ne stava avanti, di fianco al guidatore e che teneva il braccio sullo schienale di questo, mi tirò uno schiaffo, così, di dorso, come a volermi zittire. Aveva un grosso anello che quasi mi spaccò il labbro superiore. Io piansi e mi dimenai ma il mio pianto eccitava gli animi di quei volgari signori puzzolenti, tanto che quello che mi stava sulla sinistra, calò la patta e tirò fuori la sua minchia molle.
    
    - Capisco il suo dolore, ma deve ...
    ... andare oltre… continui.
    
    - Quello che mi stava sulla destra invece mi prese per i capelli e portò la mia faccia al cospetto di quel pisello che io non volli e non vidi, perché tanto era il lacrimare dei miei occhi che non ne osservai l’anatomia, le dimensioni, lo stato di irrorazione dei vasi capillari.
    
    - Lei parla sempre così?
    
    - Così come?
    
    - Andiamo avanti CUM
    
    - E niente, lì per lì l’unica cosa che mi balenava per la mente era quella di tornare a casa. Basta, volevo tornare a casa e fare per sempre il bravo ragazzo, e dormire per giorni per dimenticare tutta quella esperienza.
    
    - E invece?
    
    - E invece quella mano mi strusciava sulla minchia dell’altro. Lacrime e moccio fluivano tra la mia faccia e quella minchia, tanto che prese un poco ad irrobustirsi. Fui incitato a ciucciare con pugni pesanti che tutti mi davano sulla coscia poiché ero obbligato a stare piegato su di un fianco.
    
    La minchia emanava come un ammorbante odore di cesso, e di alcolico. Tuttavia iniziai la poppata se non altro per non sentire quell’odore appestante e devo ammettere che nonostante tutto, quella minchia fu assai gradevole in bocca perché me la sentii scoppiare dentro e non so, come spesso mi capita, insomma…
    
    - Ossia?
    
    - La minchia è il mio Lexotan dottorè, che devo dire… mi purifica, mi aggrada, mi toglie tutti i pensieri negativi dalla testa. Tant’è che tirai una bocca sonora e molto succulenta, che gli altri li sentii affrettarsi a tirar giù le braghe e menarsi probabilmente ...
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