1. Gustarsi ogni attimo


    Data: 05/06/2018, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... uno svago che in fondo nemmeno conoscevo, però che sentivo dentro di me. Ero però in grado di compiere quello che avevo espresso? Non lo so, malgrado ciò, nessuno lo avrebbe saputo, nemmeno lui che mi credeva valutandomi chissà come. Che meraviglia. E se mi fosse realmente piaciuto? Io non ragionavo più, non afferravo che cosa mettermi, che cosa dovevo fare, come dovevo comportarmi, così cercai la biancheria più bella e più seducente che avevo a disposizione. A che serviva però, lui non poteva controllarmi, non doveva vedermi, io dovevo trovare rapidamente una soluzione, i vestiti non servivano, ecco l’idea: per cominciare sarei stata integralmente nuda sotto il cappotto, in quanto non faceva poi così freddo e sarebbe stato in seguito più veloce spogliarmi e rivestirmi prima d’andare via, poi l’altra idea, perfetta anch’essa: una benda nera, dal momento che gli avrei coperto gli occhi, così non avrebbe potuto sapere chi fossi.
    
    Nemmeno io sapevo più chi ero, eppure quel meraviglioso e sublime brivido era indefinibile, indescrivibile e mi rendeva magnificamente e ottimamente viva, sennonché mi preparai il più velocemente possibile prima che potessi cambiare idea m’avviai verso l’obiettivo. Nel frattempo meditavo per tutto quello che avrei potuto mettere in atto: non potevo parlare, però avrei potuto agire, volevo sentirmi unica quella sera, volevo che lui si ricordasse profondamente di me, che avesse qualcuna da sognare il giorno dopo, cionondimeno non avevo certezze, ...
    ... l’unica cosa che sapevo &egrave che avevo bisogno di tutto questo, un bisogno, un’esigenza incalcolabile e immensa, giacché avevo il cuore vuoto da troppo tempo. L’amarezza, la delusione e la tristezza, avevano occupato il posto delle parole e il mio volto non sorrideva più da qualche tempo.
    
    Arrivai ben presto davanti all’albergo, tenuto conto che l’itinerario era stato repentino, molto più veloce di quello che m’aspettassi, respirai profondamente, ero realmente sicura di quello che facevo? No, non volevo farlo, sì, ambivo che lui mi riempisse ravvivandomi l’anima con il semplice sesso? Anelavo donargli tutta la parte ancora esuberante e rigogliosa di me stessa? Sì, volevo che lui mi togliesse anche se per qualche secondo questo insopportabile e tremendo peso di vivere? Immancabili e svariate bordate di sì mi rimbombavano nella testa. Allora scesi, chiusi la macchina e un piccolo brivido m’attraversò per la schiena. Ebbi però paura per un attimo, inquietudine di non essere ragionevolmente all’altezza, ma questa volta non importava, io ero Silvia, poiché sarebbe stata lei la vera colpevole, la certa malfattrice e nessun’altra a cui attribuire ulteriori colpe.
    
    M’avviai in tal modo fiduciosa, entrai nell’atrio titubante, utilizzai l’ascensore spaventata e mi fermai davanti alla porta semiaperta, atterrita e terrorizzata per quello che stavo per compiere, io stavo per donare il mio corpo nella speranza d’avere un po’ di pace e di serenità, perché volevo essere decisa e lo fui ...