1. I segreti di Monteforte Capitolo 1


    Data: 05/06/2018, Categorie: Anale Gay / Bisex Autore: aramis45, Fonte: xHamster

    ... scendendo.” disse papà chiudendo la porta ed appendendo il cappotto di Ben. Chiacchierarono dirigendosi verso la cucina, dicevano che si erano aspettati la neve, ma la bufera di neve di tre giorni che era seguita era fuori dell’ordinario.
    
    Ritornai nella mia stanza, mi misi le mutande e ritornai a letto. Alcuni minuti più tardi papà bussò e poi aprì la porta. “Ezio, è ora di svegliarsi.” Disse attraversando la stanza ed aprendo gli scuri. Indossava solo i jeans senza camicia. Sapevo che la indossava quando aveva fatto entrare Ben, cosa gli era successo? Mio papà può essere uno stronzo, ma è abbastanza bello e fa ginnastica. Quel torace peloso è molto ben scolpito fu l'ultimo pensiero che ebbi mentre lui usciva dalla mia stanza ripetendo: “Forza figliolo, hai visite, è ora di svegliarsi.”
    
    ‘Alzati', dannazione pensai sorridendo a me stesso, è già alzato. Mi feci una rapida sega e pulii prima di andare sotto la doccia. Dieci minuti più tardi ero vestito con sneaker, jeans e t-shirt, come Ben. Quando entrai nella cucina stava mangiando frittelle. “Ci sei?” disse mio padre quando mi vide entrare. “Vuoi delle frittelle?” “No grazie, non ho fame.” C’era qualche cosa di meglio della cucina di papà… ma vedendo il mio genitore senza camicia ed il mio biondo partner di studio prenderne una seconda era un po' surreale… perché aprofittare della cucina di mio padre se loro non ...?
    
    Dopo 10 o 15 minuti di chiacchiere finimmo la colazione e Ben ed io andammo nella mia stanza per ...
    ... studiare. Sei ore di lavoro intenso ci permisero di recuperare gran parte del materiale. Gran parte del lavoro l’avevo salvato su disco così la copia che Ben aveva perso sul disco fisso non ci fece tanto danno come avevo paventato. Mentre lavoravo alla tastiera recuperando archivi e compilando di nuovo in ordine corretto il materiale, Ben continuava a chinarsi sulla mia spalla. Le sue mani erano forti e calde appoggiate alle mie spalle e la sua faccia strisciava contro la mia quando lui si chinava in avanti e mi circondava con un braccio quando doveva segnare qualche cosa sullo schermo che pensava dovesse essere cambiato.
    
    Il mio uccello era duro come una pietra. Quello che realmente volevoi fare era girare la testa, guardarlo e dargli un bacio profondo e lungo. Ma sapevo che dovevo restare concentrato; così circa alla una del pomeriggio facemmo una pausa. Andammo in cantina. Papà l'aveva trasformata in una stanza giochi, attrezzi da ginnastica, videogioco, una TV a grande schermo e tavolo da bigliardo. Aveva installato anche un altro bagno con una grande doccia così lui poteva lavarsi dopo avere lavorato fino a sera tardi senza fare troppo rumore di sopra.
    
    Ben non aveva mai visto prima la stanza e ne fu entusiasta. Senza una parola ci sedemmo fianco a fianco sul sofà e lui prese uno dei telecomandi dei giochi. “Mio papà non ci permette di avere videogiochi; dice che imputridiscono il cervello.” Poi sorrise e disse: “Allora, a quale giochiamo?”
    
    Anch’io gli sorrisi ed usai ...