1. Celestino Cap.: IV proseguo Prima giornata


    Data: 28/04/2022, Categorie: Masturbazione Autore: bepi0449, Fonte: EroticiRacconti

    ... … con quei profumi.
    
    Ti fermi, mi chiedi di mostrarmi, … di farti vedere il codino … e bagni ancora … e il ricciolo si agita, si muove, sussulta … finisco esausto di nuovo in ginocchio con la rosellina in tua balia e tu, ora tiri, ruoti, sospingi e ritorni a tirare finché un plof prorompe sopra l’ansimare. Mi consegni il codino chiedendomi di pulirlo come fosse il tuo: aveva un po’ di crema trasparente, come gel, mista a leggere tracce di popò. Avevo goduto con il sederino, … e tu, non contento mi desideri veder vibrare, sussultare ancora e allora …, alzandomi il culetto con il forellino, ancora aperto, mi fai sentire il calore che mi avevi donato in gola. Le mie viscere rispondono con dei glo glo.
    
    Illanguidito, spossato, mi alzo e ti offro ancora il culetto perché tu lo riempia. Da lì, i tuoi liquidi frammisti ai miei lattiginosi scendono per lo scroto colando verso il piano. Mi rifletto in una pozzanghera dorata stuzzicante e avvincente, … desidèri, … miei e tuoi.
    
    Steso, appagato e felice ti guardo e, tu, allora, mi doni l’ultimo spruzzo sulle labbra.”
    
    “Chi te ga insegnà … Te me vardavi con amor, … te spetavi desideroso e in silenxsio che me movesse, … non poe exser la prima volta. Ohhhhh, … te vojio ben non soeo come fradeo, ma de pì. Te ghe fato queo che nessun altro ga fato ben come ti. Te o ghe fato con amor, passion e tanta vojia.”
    
    “Nessuno mi ha insegnato, … nessuno mi ha fatto vedere come si esegue. Sono stato palpato nell’ultimo periodo di ...
    ... collegio, ma niente di più. Quello che ho fatto, mi è stato suggerito dal tuo linguaggio e da quei piaceri, per me nuovi, che tu mi hai fatto provare e per i quali ti dovevo e ti spetta gratitudine. È stato spontaneo e naturale per me fare questo.”
    
    “Anca a pisxar?”
    
    “Quando, ieri, qualcuno l’ha scaricata spruzzandola calda, incessante sul mio sfintere, come facevo io da piccolo con le mucche, mi ha regalato godimento … placidamente. … Quando tu, prima, me l’hai spinto sino in gola, … io non sapevo cosa volessi fare, ma ti ho lasciato versare, … mi piaceva … e poi perché quella che mi scorreva sul fisico mi estasiava e stimolava. Infatti, ti guardavo mentre ardevo di desiderio. Stavo ancora godendo con il sederino, come poi hai percepito e osservato.”.
    
    Il fallo della pieve lontana scandiva le sedici.
    
    “Te xsì ben bagnà … qeste, no serve par dove ndemo, … e par chi ndemo a conosxer mejio.”
    
    Romeo, rimessogli il codino, slacciatogli e buttate le mutande che ormai non coprivano più niente, fattolo alzare, lo invitò a conoscere gli ambienti della sua formazione.
    
    Entrarono nello stanzone degli insaccati, dove l’educatore mostrò all’implume giovinetto quello che notava e la sua funzione nelle feste particolari organizzate dal conte: un grande cammino con pentolone appeso, un tavolaccio leggermente inclinato per far scorrere l’acqua, tavolo per la salatura, una grande mattara, bagnarole e stanghe con ganci fissati al soffitto, scale a pioli e ruote dentate alle pareti. ...
«12...456...»