1. 168 – Giuliano e Adele


    Data: 05/06/2018, Categorie: Etero Incesti Autore: ombrachecammina, Fonte: RaccontiMilu

    ... dell’ottima qualità del cibo proposto. Uscimmo verso le ventitré dal locale e ci appartammo in macchina lungo un viale alberato. La baciai appassionatamente, lei ricambiò abbracciandomi, accarezzando la mia nuca e pettinandomi i capelli con le sue dita affusolate. Scivolai con la mano sinistra sotto al suo vestito, mi allontanò un paio di volte la mano, ma alla terza volta, mi lasciò arrivare fin a sfiorarle le mutandine. La sentii illanguidirsi e lasciarsi andare, superai con le dita il sottile tessuto e fui a stretto contatto con la sua umida intimità. La sua mano mi accarezzava il pene da sopra i pantaloni, mi sollevi da lei e mi sedetti comodo al mio posto. Adele venne dalla mia parte, mi baciò sulla bocca, poi scivolò con il viso sul mio torace e scese ancora più in basso. Mi slacciò la cintura dei pantaloni, fece scendere la zip ed aprì la patta per bene, da sopra le mutande lo strinse con forza fra le dita come a volerne tastare la durezza, poi la sua mano si fece spazio sotto l’elastico dello slip e me lo scappellò piano piano, quindi la sua calda bocca si impossessò del mio membro e cominciò a spompinarmelo in modo divino. Le carezzavo la testa spingendola verso il basso per farmelo ingoiare a fondo.
    
    Ad un certo punto la spostai, lei comprese le mie intenzioni e si mise seduta al suo posto, premetti il pulsante dello schienale elettrico e lo feci scendere fino in fondo, le fui sopra, non le tolsi nemmeno le mutandine, gliele spostai solo da una parte e poi lo ...
    ... infilai fino in fondo in un sol colpo. La scopai fino a farla urlare di piacere e quindi le inondai la figa di sborra.
    
    Wow, che felicità, nonostante gli angusti spazi, era stata una scopata memorabile !!
    
    Dopo averla accompagnata a casa e salutata dolcemente, pensai che in tutta questa foga amorosa, non le avevo ne visto ne toccato le tette. Andai poi un giorno a casa sua a prenderla e lei inaspettatamente mi fece salire. L’alloggio era piccolino, due camere cucina e bagno. L’arredamento era datato e parecchio fatiscente, le poltrone rivestite di stoffa consumata e il tavolo della cucina con uno spessore sotto ad una gamba.
    
    Compresi che la situazione economica non era delle migliori e tentai ancora di offrirle il mio aiuto.
    
    Mi disse alcune volte di no, poi quando io estrassi il mio libretto di assegni e gliene staccai uno da duemila euro lei lo accettò ringraziandomi a non finire. Conobbi in quella occasione anche sua figlia. Ragazza carina, appena diciottenne, vestita con i jeans e una maglietta attillata, molto aperta e con le risposte pronte.
    
    Poi successe una cosa che cambiò radicalmente la situazione. In pratica il padrone di casa le aveva sfrattate per morosità. Mi offrii di pagare io gli affitti che erano rimasti insoluti ma il proprietario non volle sentir ragione. In breve invitai madre e figlia a stabilirsi da me. Io vivevo in una villa sulla collina della città, posta in una posizione dominante, dal quale terrazzo si poteva osservare l’intera città. Avevo ...
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