1. Amara - III


    Data: 18/04/2022, Categorie: Masturbazione Autore: ALTer, Fonte: EroticiRacconti

    ... passarono con estrema lentezza. Unico vantaggio ora Amara aveva una casa tutta per sé.
    
    Passò i primi cinque giorni completamente nuda, con solo i calzini e sporadicamente l’asciugamano dopo ogni doccia per non ammalarsi. Mentre passava le giornate nuda nel suo piccolo monolocale si intratteneva con le dita e con qualsiasi utensile potesse avere sottomano. Ogni mattina si svegliava, si alzava nuda da sotto le coperte, andava a farsi una doccia, sotto la doccia si toccava felice, poi faceva colazione molto attenta a farsi cadere gocce di caffè caldo sul corpo nudo, leggeva un libro fino a ora di pranzo e mentre leggeva stava spesso sul letto con il cuscino tra le gambe, faceva pranzo, una toccatina fugace per aiutare la digestione, il pomeriggio di solito usciva a passeggiare per le vie della piccola città, sempre con i pantaloni e sempre senza intimo sotto, osservava la città in cerca di viste panoramiche, viuzze tradizionali con gli edifici così vicini li uni agli altri, locali illuminati e vecchi edifici in abbandono. Amara la piccola feticista, stava battendo il territorio di caccia. Tutti piccoli angoli bui, vie non illuminate, edifici abbandonati dove nascondersi e darsi tutto il piacere necessario.
    
    Tornata a casa, si spogliava di nuovo e si divertiva un po’ prima di cena, cenava e andava a vedersi un film con il portatile economico che le avevano regalato i genitori, finché non le saliva di nuovo la voglia e abbandonava il film per passare a contenuti più ...
    ... lascivi. Lascivi quanto i suoi gemiti che accompagnavano tutta la sua giornata in casa. Amara era libera.
    
    Il sesto giorno le tornarono e Amara tornò ai vestiti degli umani per evitare di subire un raffreddore mentre subiva i dolori della sua povera vagina. I dolori duravano solo un giorno, ma siccome nei successivi tre o cinque giorni non poteva tenersi allenata, tanto valeva rimanere vestita. Quella mattina si svegliò in pigiama, andò a sciacquarsi la faccia e poi si preparò la colazione. Mise la tazza sul tavolino della cucina ma decise che quella mattina voleva fare colazione sulla finestra. Il monolocale era al primo piano di un edificio a schiera e le tre uniche finestre della casa davano sulla strada. Aveva scelto quella casa perché le piaceva, ma la cosa che le piaceva di più erano le finestre a specchio e le mura ben spesse. La sua piccola tana del peccato.
    
    Quella mattina, Amara decise quindi di aprire la finestra, si sedette a cavalcioni sul bordo, prese la tazza piena di latte e cereali e si gustò la colazione mentre il sole passava per le vie del centro storico. La casa di fronte alla sua era abitata nella sua interezza da una comunità di portoricani. Anche loro affacciati alle finestre. C’erano uomini di tutte le età, chi vestito, chi a petto nudo e anche chi solo in canottiera. Alcuni stavano andando alle finestre con la colazione in mano, altri con una tazza di caffè e altri…
    
    “Perché mi stanno fissando tutti?” In effetti tutti i portoricani affacciati alle ...
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