1. Un giro in canoa


    Data: 03/06/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Etero Sensazioni Autore: Dylan79, Fonte: RaccontiMilu

    Era la terza volta che andavo a fare un giro in canoa con Cristina. Un bel modo di passare il pomeriggio, fare sport in un paesaggio naturale, poco fuori dalla città e per di più con una bella ragazza.
    
    Cristina era molto allenata, era seduta sul doppio davanti a me, e potevo apprezzare la sua tecnica, la sua prestanza, il suo ritmo preciso come un orologio, una tecnica sopraffina che le faceva muovere davvero tanta acqua ad ogni colpo di remi.
    
    Le sue spalle scoperte erano una lezione di anatomia, tanti piccoli muscoli ma ben definiti che si muovevano in armonia.
    
    Finito il nostro giro tornammo al pontile e proprio dopo una vogata perfetta sbagliammo ad agganciare il pontile con i remi, ribaltandoci. Era estate e una rinfrescata non era poi così male, ci facemmo una risata tutti e due. Uscii dall’acqua e poi aiutai Cristina a veni fuori. Per un attimo ci trovammo l’uno di fronte all’altra, occhi negli occhi, a pochi centimetri. C’era della chimica tra noi, peccato che lei aveva un fidanzato in viaggio di lavoro a cui voleva essere fedele. Abbassammo lo sguardo e ci allontanammo subito, imbarazzati, seri. Tirammo fuori la barca, la presi in spalla e mi infilai nel vialetto per portarla fino al baracco. Arrivato davanti all’ingresso posai esausto la barca per terra, e iniziai a togliermi il body da canottaggio fradicio.
    
    Dietro di me sentii dire “Che bel costumino”, mi girai e vidi Cristina sorridente con i remi in spalla, vestita anche lei con il body da ...
    ... canottaggio che esaltava il suo fisico atletico, lasciando scoperte le spalle e le gambe, aderendo a tutto il suo fisico altletico ma non senza le curve giuste. I capelli bagnati, i piedi nudi, la sua cavigliera, le davano quel tocco in più che la rendeva irresistibile. Le sorrisi.
    
    “Aiutami col la barca le dissi” e così ci avviammo nel baracco per posare la barca sulla rastrelliera. Lei era reggeva la barca dal davanti, io da dietro e dovevamo metterla sul ripiano più in alto. Era davvero alto, io riuscii ad appoggiare la coda per poco, Cristina invece non ci riusciva con la prua e mi chiese aiuto. Così andai di fronte a lei con calma e mi misi a fissarla, in quella situazione di difficoltà, con le mani tese in alto a cercare di appoggiare inutilmente la barca sul ripiano. Inutilmente perché benchè Cri era alta e in fisicamente in forma ma le mancavano 5- 10 centimetri per appoggiare la barca lassù.
    
    “Dai aiutami!” insisteva mentre in punta dei piedi e con le braccia protese in alto cercava ancora di recuperare quei pochi centimetri che mancavano. Io, rimanevo li beato a godermi lo spettacolo:
    
    Io:“Non hai abbastanza forza?”
    
    Lei:“La forza ce l’ho, è che non ci arrivo!”
    
    Io:“Allora se hai la forza potrei lasciati qui un’oretta”
    
    Lei:“No, piuttosto potresti aiutarmi”
    
    Io:“Non so, forse è il caso che vada prima a farmi la doccia…”
    
    Lei:“Dai, aiutami, non fare lo stronzo!”
    
    Io:“E poi mi prendi in giro per il mio costume…”
    
    Lei:“Non ti ho preso in giro, era un ...
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