1. Resa dei conti


    Data: 12/10/2017, Categorie: Cuckold Etero Autore: esperia, Fonte: RaccontiMilu

    ... legata a te e quanto ti amassi finché… Finché hai chiuso con me e non mi hai più voluta vedere. Mi sei mancato così tanto che ho un dolore al petto costante, come una morsa gelida che mi stringe il cuore. Tesoro, ti prego, ora so che tu sei l’unico uomo per me e che lo sarai per sempre.
    
    – Un’altra possibilità, dici? Bene. Perché no? Facciamo così, prendi il telefono e chiamalo. Digli che lo lasci e che gli lasci anche il figlio. Digli in faccia che non sopporti quello che ti ha fatto fare, bambino compreso. Che non lo vuoi più vedere, né lui né il suo bambino. Che lo odi e lo diffidi a cercarti e ad avere anche un minimo contatto con te. – Disse con veemenza, quasi alterandosi. – Fai così e forse, dico forse, ci potrà essere una piccola speranza per la nostra coppia. Ce ne andremo via, lontano, insieme. Magari al Sud, magari all’estero. Cominceremo tutto daccapo. Ho qualche risparmio, conosco il mio mestiere, troverò lavoro dovunque, non c’&egrave da preoccuparsi per l’aspetto economico.
    
    Le parole dell’uomo la lasciarono agghiacciata. Abbandonare il figlio? Il suo piccolino? Il pensiero le era intollerabile, la faceva star male fisicamente: sentiva un crampo allo stomaco, un’oppressione al petto, un giramento di testa. No, non avrebbe mai potuto. Rinunciare al suo bambino era fuori discussione. E la consapevolezza di questa decisione improvvisamente le fece vedere le conseguenze con chiarezza: l’uomo l’avrebbe lasciata. Se ne sarebbe andato via, per sempre. Non ...
    ... l’avrebbe più visto. Una sorda disperazione si impadronì di lei. Era senza speranza.
    
    Scosse la testa con forza, quasi a rifiutare la realtà. Come aveva fatto a ficcarsi in quella situazione senza uscita? Sapeva di aver rovinato tutto, ma in cuor suo era quasi sicura che sarebbe riuscita a venirne fuori, a farsi perdonare. Scoppiò in singhiozzi disperati.
    
    – Basta! Non fare scene. Smettila o me ne vado immediatamente! – minacciò l’uomo.
    
    – Hai ragione, scusa… E’ che non credevo…
    
    – Allora, hai deciso? Lo chiami o no?
    
    – Non posso! Non ce la faccio a lasciare mio figlio! Non importa chi sia il padre, lui &egrave mio! Mio! Non posso abbandonarlo, non me lo chiedere! Tutto, ma non questo. Ti farò da schiava, ti darò tutto ciò che ho, ti seguirò dovunque, farò un altro figlio con te… Tutto ciò che vuoi. Ma non questo. Ti prego.
    
    L’uomo si alzò con un moto di stizza e afferrò il cappotto appoggiato sulla sedia accanto vuota.
    
    – Niente da fare. O così o niente. Credi di potermi prendere in giro? Pensi di poter fare quello che vuoi senza pagarne le conseguenze? Mi hai sempre mentito! Per chi mi hai preso? Credi che possa allevare il figlio di qualcun altro? Neanche per sogno! Addio.
    
    – No! Aspetta! Non te ne andare! Potremmo…
    
    – Non c’&egrave nulla che possiamo fare e aspettare non cambierà le cose. E’ tutto così chiaro, ora. Abbiamo chiuso. Tu hai fatto la tua scelta e io faccio la mia. Torna da lui. Torna da tuo marito. – disse rassegnato mentre si avviava verso l’uscita ...