1. Astratto


    Data: 31/05/2018, Categorie: Etero Autore: BAMBOLINA, Fonte: RaccontiMilu

    ... passione che reciprocamente ci stava trascinando via, che ci avrebbero condotto solo alla distruzione… E mentre pensieri sconclusionati mi annebbiavano la mente pensavo solo ad una cosa…
    
    -“Dimmi che mi desideri, dimmelo adesso”-
    
    -“Ti voglio, ti desidero in ogni istante..il tuo corpo, la tua mente… Vorrei poterti riempire di me, ovunque… sapere che quando tornerai a casa avrai ancora il mio sapore nella tua mente… sapere che qualcosa di me rimarrà nel tuo corpo… Prenderti per i fianchi, spingerti forte, guidarti… Quando saremo insieme domani, voglio che la tua mano vada dove vuole… Appena entri voglio che ti sfili le mutandine e te le metti in borsa… Sei una donna meravigliosamente irreale, incredibile sopra ogni aspetto umano…e decisamente eccitante…”-
    
    -“Purtroppo per te esisto e sono reale… Sono una mente pensante ed un cuore pulsante”-
    
    Fantasticammo ancora sul nostro incontro dell’indomani. Facemmo l’amore tramite sms, ci penetrammo le menti e ci eccitammo al solo pensiero di sfiorarci. Le ore che ci dividevano sembravamo interminabili, ma in qualche modo trascorsero, e fu il giorno dopo. Una stretta allo stomaco mi attanagliò sin dalle prime luce dell’alba. Tremavo, in ogni mio gesto sentivo le gambe molli, le mani insensibili, come se il mio corpo non avesse più consistenza. Lavorai distrattamente con la mente proiettata nella sua direzione. Qualche minuto prima di raggiungerlo fuori l’ufficio mi guardai allo specchio e mi trovai bellissima. Ero vestita con ...
    ... cura, come lui mi avrebbe voluta. Volevo farlo impazzire e sapevo che sarei impazzita con lui. Uscita dal portone lo vidi, nella sua macchina bianca, ad aspettarmi dall’altro lato della strada. Gli sorrisi, attraversai e salii in auto. Non ci salutammo nemmeno. Tutte le parole in quel momento sarebbero sembrate superflue. Ci baciammo con passione, lì, dove eravamo, e mi sfilò immediatamente il perizoma, annusandolo con ardore prima di infilarselo in tasca. Ero già bagnata…lo ero dalla mattina, ma nelle ultime ore quell’attesa febbrile aveva amplificato ogni mia sensazione e ad ogni suo tocco sentivo la pelle scottare. Dopo qualche minuto trascorso a divorarci le bocche, a leccarci le labbra, a succhiarci le lingue, ci allontanammo alla ricerca di un posto tranquillo dove, finalmente, appartenerci. Ad ogni minimo accenno di traffico, ad ogni semaforo, ogni volta che l’auto rallentava la sua corsa verso la sublimazione dei sensi, le mani non potevano restare lontane dai nostri corpi e dal punto dove era concentrato il piacere irrequieto e convulso. Ogni parola scambiata era carica di erotismo e un preludio a ciò che sarebbe stato… non a quello che avevamo fino a quel momento solo immaginato, a quello che avremmo vissuto di li a poco.
    
    Mi condusse in un parcheggio. Spense l’auto e fui sua. Lo ero già dal nostro primo sguardo in realtà, ma il mio corpo adesso reclamava furioso ciò che per giorni aveva desiderato. Anche lui reclamava. Il mio corpo, i miei occhi, la mia bocca ...