1. La mia più grande vergogna


    Data: 19/01/2022, Categorie: Gay / Bisex Autore: franci78, Fonte: Annunci69

    ... solita goliardia tipica di quei luoghi. Il silenzio viene interrotto da alcune risate che nessuno riesce a contenere, soprattutto i più giovani nipoti. Qualcuno azzarda qualche discorso ma finisce inevitabilmente per deridermi: "Comunque France', se non altro hai dato alla partita il tuo "piccolo" contributo" dice uno degli amici del capo e tutti scoppiano a ridere, stavolta in grasse e arroganti risate. Io per la vergogna piango come un bambino ma l'acqua della doccia nasconde le mie lacrime.
    
    "Forse conviene che ritorni a cercare dentro al borsone, mi sa che hai dimenticato qualcosa, vero?" dice il capo, e di nuovo giù di risate arroganti e ormai incontrollate.
    
    Il mio pene era quasi invisibile, compariva tra i peli un minuscolo lembo di pelle e l'umiliazione subìta aveva fatto rientrare le palle, praticamente ormai introvabili.
    
    La posizione non mi consentiva di nascondermi e ormai non aveva più senso, inoltre la mia ridicola mancanza di virilità era accentuata dal fatto di avere alla mia sinistra il capo, il più dotato del gruppo, e il giovane nipote che lo seguiva a ruota. Pur continuando a piangere, non riuscivo a distogliere lo sguardo dal capo, dal culo sodissimo pieno di peli raggruppati in lunghi ciuffi bagnati, dai pettorali possenti e da quell'enorme manganello che si trovava. ...
    ... Nonostante il dramma che stessi vivendo, sentii il mio minuscolo pisello crescere dall'eccitazione e la cosa non passò inosservata. Dopo pochi secondi era duro come il marmo. Volevo morire. Il 14enne accanto a me, privo di freni come quasi tutti i ragazzi arroganti della sua età, esclama istintivamente a gran voce: "Oh, ma questo è frocio, che schifo!". Le risate ormai sono talmente incontrollabili, che alcuni rischiano di sentirsi male, non avendo più fiato in gola.
    
    Io scappo in lacrime con il clitoride ancora rigido (anche da duro era più piccolo di tutti gli altri cazzi mosci) con gli altri ancora intenti a ridere senza sosta. Raggiungo la panca e cerco di asciugarmi velocemente con l'asciugamano ma, appena lo sfrego sul mio esile membro, non riesco a contenermi ed emettendo un gridolino molto femmineo, cado sulle ginocchia sborrando copiosamente sulla panca, sporcando anche i vestiti del mio capo.
    
    La derisione è ormai pubblica, non si contengono più neanche gli adulti.
    
    "Oh, ma questo sta messo proprio male, ma dove cazzo l'hai trovato?" è uno dei commenti più gentili che arrivano dagli amici del capo, che stavolta smette di ridere e, incazzato come una iena per il fatto accaduto, esce dalla doccia e si dirige verso di me esclamando "Ma che cazzo fai, frocio di merda?"...
    
    FINE PRIMA PARTE 
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