1. Cecilia e Alessandro


    Data: 13/01/2022, Categorie: Incesti Autore: beatrice, Fonte: EroticiRacconti

    Roma, il Pantheon
    
    la notte passò con Giovanni che, fra sogno e sonno, si voltava per poi allontanarsi e si rigirava e si avvicinava, il mio nome proferiva confuso e flebile, la sua mano scorreva sulle mie rotondità a cercare se c'ero. Per del tempo non dormii, me lo guardavo non sazia, poi un pensiero si formò rapido:
    
    che diamine! potevi tornare a Roma un anno prima! no?! potevi, accidenti a te, dirmi che ti piacevo?!
    
    invece no! sei fuggito a Firenze, per non correre rischi ti sei pure sposato subito; e mi dispiace pure per quella povera donna; ma ecco che la bambina appena nata ha bisogno di una mamma, tu di corsa che fai? vieni da me a Roma, bimba in braccio, mi dici: "ti amo da quando sei nata, aiutami a crescerla insieme" macché ti fai un nuovo matrimonio; etuttisanti!
    
    Stolta che sono, posso offrire solo il mio corpo e, non ho titoli, né denari, né terre, tanto meno potere, quello è ancora fresco ma si guasta come il vino all'aria.
    
    Meglio che dorma, Alessandro mi dovrà vedere riposata.
    
    mi voltai verso la finestra, dandogli le spalle e coprii le mie nudità col lenzuolo.
    
    Non tardò molto ad avvicinarsi e sentii il suo corpo, nudo, contro il mio; un suo braccio s'insinuò sotto il mio collo, in una lunga carezza, l'altro poggiato al mio fianco con la mano sospesa a mezz'aria; la sfiorai con la mia e presa, delicatamente, l'accompagnai sul mio seno; fra i capelli il suo caldo respiro; un movimento ancora e il sentore delle sue cosce sulle mie si fece ...
    ... reale, scaldandomi; fra lui e me nessun filo d'aria solo un piccolo, crescente, intruso. I nostri piedi s'incrociarono, completando quell'abbraccio a figura intera, fusi due corpi in unica statua.
    
    La mattina ci sorprese esattamente in quel modo: uniti; lui, riverso su di me, dormiva beato, io con l'appiccicaticcio tra le cosce e il desiderio di pulirmi.
    
    Mi alzai, ma non volevo svegliarlo, in cuore mio volevo restasse con me; ma il diavolo è buono solo a far marmitte.
    
    Si alzò e si vestì in fretta, non feci nemmeno in tempo ad affettare il pane che disse "devo scappare", mi dette un bacio con un piede fuori la porta e ancora un: "torno presto". Dalla finestra lo guardai prendere una carrozza da nolo che veniva da palazzo Borghese.
    
    In ventiquattro ore avevo perso due amori.
    
    Vidi Perla che usciva mezza assonnata dalla sua stanza e dissi:
    
    "vediamo il lato positivo, Nina...",
    
    "kalimera, di che parli piccola mia?"
    
    chiese stiracchiandosi,
    
    "kalimera un corno! fase amore già finita, non ne sono degna... si torna a lavoro. Ora mi lavo e vado da Alessandro. Al ritorno rimettiamo il cuscino sul davanzale!"
    
    dissi con un'amarezza unica,
    
    "due amori impossibili non dicono certo che non ne sei degna, arriverà quello giusto..."
    
    obbiettò,
    
    "macché! di qui solo già sposati son passati"
    
    dissi in un misto di rabbia e rassegnazione,
    
    "Antonio non è sposato e ti vuole bene"
    
    mi abbracciò cercando di consolarmi,
    
    "non mi sposerebbe mai e poi vuol bene alle mie ...
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