1. Raggi Lunari


    Data: 14/12/2021, Categorie: Sentimentali Autore: Arya, Fonte: EroticiRacconti

    ... deve per forza essere qualcosa di sbagliato. Il cielo è completamente nero, fatta eccezione per tre astri che risplendono a non molta distanza dal punto dal quale io osservo esterrefatta la scena. Sembrano tre lune. Hanno tutte e tre le stesse dimensioni. La prima è bianca. La seconda, al centro, è di un azzurro molto chiaro. La terza, l’ultima, è di un rosa pallido.
    
    Non ci sono altre stelle o altri corpi celesti in cielo. Solo queste tre sfere enormi che sembrano fissarmi dall’alto, emanando il loro tetro chiarore. Guardo in basso. La terra è dello stesso colore della cenere e ha una consistenza sabbiosa. Si tratta di un paesaggio surreale. Non ricordo chi sono, ma inizio a ricordare il mondo dal quale provengo. Immagini della mia vita passata attraversano la mia mente in un lampo e, senza lasciare traccia, vengono riassorbite dall’oscurità dentro di me.
    
    Forse sto sognando. Mi pizzico la guancia. Non sento alcun dolore. Cerco di svegliarmi. Non succede niente. Al diavolo! Decido di uscire. L’aria fuori sarà respirabile? Non appena formulo questo pensiero, mi rendo conto che io non sto respirando. Ho un naso, ma non respiro. Sono morta? Mi sembra la soluzione più plausibile. Ma, se questa ipotesi fosse vera, dove mi troverei? Inferno o paradiso? Parlando con tutto rispetto, questo luogo non si avvicina nemmeno lontanamente all’idea che ho del paradiso... e nemmeno a quella dell’inferno, a dire il vero. Che si tratti del purgatorio? Se solo ricordassi che tipo di vita ...
    ... ho condotto sulla terra... Ma non c’è nulla. La mia mente mi appare simile a un’immensa biblioteca piena di scaffali ricolmi di libri scritti in un idioma a me ignoto. Devo uscire di qui. Al momento, questa sembra la cosa più sensata da fare.
    
    La stanza nella quale mi sono svegliata è piuttosto piccola. Al suo interno vi è un letto – anche se definirlo letto suona pretenzioso: si tratta in fondo di un materasso gettato per terra e coperto da un lenzuolo – e una piccola scrivania. Vi sono poi la finestra e una porta. Apro la porta. Muovo il mio primo passo in questo nuovo mondo. Non ho scarpe. La superficie sulla quale poggio i piedi nudi è terrosa. Sono fuori. L’aria – non sono neanche sicura si tratti di aria – è immobile. Non fa né caldo né freddo. Illuminata dai deboli raggi lunari – lunari? Si tratta davvero di tre lune? Pianeti, certamente, non sembrano – mi osservo con curiosità crescente. Indosso un vestitino bianco, molto leggero, abbastanza attillato e semitrasparente che mi copre le cosce quasi fino alle ginocchia. Sotto sono nuda. Constato con piacere di avere un bel corpo: sodo, magro, slanciato. Dimostro meno di vent’anni. Afferro una ciocca di capelli: sono neri e setosi, mi arrivano fin poco sotto le spalle.
    
    Inizio a camminare. Mi volto. L’abitazione dalla quale sono appena uscita è una struttura minuscola. Sembra una piccola capanna costruita con assi in legno molto consumate. Consiste di una sola stanza, quella con il materasso e con la scrivania. Niente ...