1. Il viaggio di Cecilia 2


    Data: 10/12/2021, Categorie: Sentimentali Autore: beatrice, Fonte: EroticiRacconti

    ... non avrà avuto voglia di continuare con noi...",
    
    il vetturino completò: "a me 'un me frega de niente, annamo??!",
    
    intervenì la donna: "so' rimasta a tera ieri, che posso de salì co' vvoi? c'ho er titolo, guardi!"
    
    il fiaccheraio sbirciò ed acconsentì: "posto ce sta, 'ndo devi d'annà?",
    
    lei: "a Bracciano ebbasta!",
    
    lui: "monta va'... tutt'abbordo che famo tardi!",
    
    salimmo, per ultima la donna, che mi squadrò e mi scrutò attenta ed insistente, chiesi: "ci conosciamo?" e lei fredda: "nun me pare! ma ce sto a pensà...".
    
    Anche a me non era nuova ma non riuscivo a collocarla, "ma" pensai "dove diavolo l'avevo già vista?!".
    
    Il vino in circolo non aiutava certo la concentrazione.
    
    In quel tratto di strada, più o meno l'antica Clodia, pianeggiante e monotono, trovammo le prime propaggini di una rada boscaglia che divenne poi un fitto bosco, il cigolio del carro si sentì più forte sotto i rami di lecci, querce e pini, in compenso la frescura, coi raggi di sole smorzati fra le foglie, alleviò i patimenti del viaggio; qualche cavaliere ci passò in velocità gridando e riconobbi la gualdrappa degli Orsini, era già la seconda volta che passavano, mi sentivo rassicurata.
    
    Però mi impaurii un poco quando vidi un piccolo branco di lupi sul limitare di una radura, vicino ad un rovo enorme; andai a cercare protezione aggrappandomi al braccio di Francesco, ne fu contento e disse: "non è di quelli che devi aver timore", lo sapevo, ma mi venne spontaneo.
    
    Entrammo in ...
    ... Bracciano per la notte che ormai si avvicinava. La locanda di posta era, ed è, in piazza d'armi sotto le mura del castello Orsini. Superata la porta, il pensiero corse ad Alessandro, che sapevo avesse una casetta lì, sul lago, ma non dove fosse, "peccato" pensai "avrei rivisto volentieri Lucia ed i marmocchi".
    
    Per non farmi additare seguii i miei compagni di viaggio alla chiesa, che stava scampanando il vespro. Mentre salivamo la stradina, Francesco mi cinse i fianchi in un abbraccio e, giunti in cima, ce ne fregammo candidamente della funzione, proseguimmo, invece, verso il bastione per rimirare il lago nel suo circolo d'acque e tutti i colori del cielo all'imbrunire; lì si scusò, ma fu solo il preludio del bacio, che ci scambiammo intenso, fra i sorrisi e le burle delle sentinelle.
    
    Passammo la serata insieme e passeggiammo per il paese, sotto le stelle e le poche torce accese, rinnovando i baci e le carezze più volte, ci scontrammo solo sui miei amici Altoviti dato che lui era per parte Medici, mi sembrò tutto così poetico e cortese.
    
    Il cuore mio un poco più veloce riprese a battere.
    
    Era ormai ora tarda quando un picchiere si avvicinò e, senza troppa delicatezza, ci rammentò il coprifuoco scortandoci alla locanda.
    
    Mentre cominciavo a salire la scala con le sacche, gli chiesi: "mi fai compagnia che ho paura?", rispose regalandomi un bacio e sfilandomi le borse dalle mani. In quel momento mi pentii di non aver detto il mio nome vero.
    
    Varcammo la porta di ...
«1234...7»