1. Venduta come una Puttana nei cessi


    Data: 04/12/2021, Categorie: Erotici Racconti Dominazione / BDSM Sesso di Gruppo Autore: manupicco, Fonte: RaccontiMilu

    ... stazioni a velocità fulminante, ci eravamo già lasciate alle spalle quattro fermate dopo la nostra e riuscivo solo a pensare che quella per Pero era fra tre. Ero in palla. Tutto stava accadendo troppo in fretta e io ero troppo fatta per ragionare in maniera sensata. Un marasma di pensieri frenetici mi martellava la mente, mi sentivo intrappolata in un gioco che lui aveva creato, dandomene conto solo alla conclusione e questo mi bruciava. Lui appariva tranquillo, non mostrava emozione, sembrava quasi che la cosa non lo riguardasse: era impegnato a leggere una pubblicità di vacanze estive, su un pannello sopra le nostre teste. Gli altri due si avvicinarono e presero posto in fronte a noi. A loro, contrariamente, la cosa riguardava molto. Non perdevano un mio solo respiro, mi stavano divorando con gli occhi. Per quei due ero una vera botta di fortuna: il biglietto vincente della lotteria di capodanno, trovato per strada. Sguardi lascivi, correvano voraci, da un punto all’altro del mio corpo. Sorridevano e si godevano le linee morbide delle mie cosce tornite, soppesavano le labbra carnose della mia bocca, il volume del mio seno, con tette così prominenti ed esposte fino all’aura bruna dei capezzoli, dove il vestito era rimasto sbottonato I due maiali mi fissavano, pregustando il mio sapore, tra poco avrebbero potuto saziarsi a piacimento: avevano pagato per farlo. Portavano larghe camice a quadri, dai colori improbabili, malamente sgualcite della giornata di attività. ...
    ... Indumenti da bancarella, buoni per il lavoro di cantiere. Le tenevano sbottonate sul petto e annodate al bacino. Aloni scuri di sudore segnavano le ascelle, le maniche rimboccate mostravano avambracci robusti e nodosi. Avevano fisici di statura superiore alla media. Muscoli asciutti su ossature massicce, mostravano consuetudine a lavoro duro e fatica. Le epidermidi sui volti e le braccia erano brunite, non certo abbronzature guadagnata in piscina, ma sudate sotto il sole ì, fra polveri di cemento e fumi di catrame bollente. Mi sentivo una prostituta che avevano comprato: una puttana raccolta per strada, un oggetto di piacere a totale disposizione. Mi fissavano e ridevano tra loro, bisbigliandosi qualche grassa oscenità, in quella lingua aliena. Se chiudevo gli occhi, potevo immaginare le loro mani ruvide e callose, percorrere rapaci il mio corpo, a cercare ingorde, penetrare e dilatare la morbidezza dei miei orifizi. Vedevo le loro labbra ansiose sulla mia pelle, le lingue umide a leccare, le bocche a succhiare e mordere, i loro sessi, esasperati di voglia, cercare sfogo nel profondo delle mie intimità. Il mio corpo da possedere a piacimento e forse, umiliare con disprezzo. Si levarono insieme dai sedili avvicinandosi. Scambiarono uno sguardo con Marco per accertarsi del suo permesso, lui approvò con uno cenno del capo. Il giovane posò le mani sui seni, li strinse forte, scese a mordermi i capezzoli: la barba ispida mi graffiò la pelle, mentre lasciava tracce umide di saliva con la ...
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