1. Venduta come una Puttana nei cessi


    Data: 04/12/2021, Categorie: Erotici Racconti Dominazione / BDSM Sesso di Gruppo Autore: manupicco, Fonte: RaccontiMilu

    ... lingua. Emisi un gemito trattenuto. L’altro, con una mano mi dischiuse senza delicatezza le labbra della fica: le dita scivolarono morbide fra le mucose fradice. Le spinse a fondo, poi le ritrasse zuppe di umori e le succhiò con un rumore sconcio. Non pago, con una sberla su una natica mi fece intendere di voltarmi: mi poggiò una mano sulle reni per farmi reclinare in avanti, le stesse dita, ancora bagnate, me le introdusse nell’ano. Aveva dita nodose e dure come legno, le ruotò nel budello. Questa volta al sospiro seguì un gemito: ero molto sensibile lì. Avrei dovuto provare ribrezzo, disgusto per loro e per quella situazione mortificante in cui, quel mostro di Marco, mi aveva cacciata. Mi dicevo che sarebbe stato normale sentirmi salire in gola il vomito, lo attendevo: ma non accadeva nulla e provavo una strana vertigine per questo. Ero furente con Marco, sentivo che avrei dovuto ribellarmi, alzarmi da quel sedile e scendere alla prossima fermata, lasciandolo con quei due disperati, fuggire via e non cercarlo più. Cercai dentro di me l’energia per farlo, ma non c’era. Restavo invece inerte, svuotata di forze. Il treno proseguiva sua corsa cieca: filava rapido, verso l’inevitabile conclusione di quella storia dissoluta. La mia rabbia di quel momento si legava a un rancore più antico, una situazione analoga vissuta anni addietro: quella del rapporto con mio cugino Filippo, più grande di me di due anni. I fatti risalivano ai miei quattordici anni, quando spinta dai miei, ...
    ... ansiosi che praticassi uno sport da adolescente di classe agiata, calcai riluttante la terra rossadi un club di tennis. Non divenni mai una tennista decente, il mio rovescio era penoso, ma appresi presto altre specialità. Frequentavamo lo stesso club con Filippo, il quale era amico di tre coetanei, iscritti come noi. Uno di loro mi faceva il filo di continuo, era un bel tipo e ne ero fortemente attratta: così un giorno che ci eravamo appartati a pomiciare negli spogliatoi, Filippo ci sorprese mentre gli facevo un pompino. Quel bastardo iniziò a ricattarmi, minacciò di sputtanarmi raccontando la cosa ai miei. Giunse al punto di costringermi, per un certo periodo, a fare pompini ai suoi amici, in cambio di una nuova marmitta cromata per la sua moto da enduro. Anche allora non trovai la forza di ribellarmi e subì quella sorta di violenza in uno stato di sudditanza mentale. Ciò che poi mi turbò per molto tempo, fu d’aver vissuto quell’esperienza in uno stato interiore profondamente ambiguo: facendomi scoprire la vocazione a ricavare piacere nell’essere dominata. Avevo scoperto, mio malgrado, che quel vile ricatto, invece di affliggermi, mi lasciava le mutandine umide di succhi. Immersa in quei ricordi, mentre ci avvicinavamo alla destinazione, avvertivo uno strano languore caldo, un misto di paura e curiosità malata. Cresceva in me il desiderio perverso di provare, di andare in fondo, abbandonarmi affinché tutto accadesse. L’insana voglia di essere offerta a sconosciuti, pagata come ...
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