1. Mio suocero – 3° Cominciare sul poggiolo


    Data: 03/12/2021, Categorie: Erotici Racconti Cuckold Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Voyeur Autore: Zorrogatto, Fonte: RaccontiMilu

    ... Lui, che doveva aver guardato dalla finestra accanto alla balconata per vedere il calvo e che si era anche reso conto anche del segaligno alla nostra altezza, mi fece segno di rientrare, ma poi mi bloccò nel vano della portafinestra e, afferrandomi una ciocca dei capelli, si mise di profilo e mi fece inginocchiare per succhiarglielo.
    
    «Dai puttana: facciamo divertire il nostro amico, così vede come sei brava a succhiare grossi cazzi! Dai, dacci dentro, pensa a quando lo racconterà al suo amico del piano di sotto, quanto si ecciteranno entrambi!» Mi sentivo morire di vergogna, così tanto che ero un lago e inconsciamente provai a toccarmi. Lui mi stoppò, minacciando di scoparmi contro la ringhiera del poggiolo ed io scostai la mano, pur cercando di spingermelo in gola il più profondamente possibile. Gettai una rapida occhiata sbieca e vidi che il tipo stava parlando al telefono, come se facesse la radiocronaca. Il dottor Paolo si era reso conto della mia occhiata curiosa e allora lo sfilò e mi impose di prendere la cintura ancora in terra. Come glie la porsi, mi disse di accostare i polsi e poi me li legò strettamente; poi mi riafferrò per i capelli e mi fece proseguire il pompino, fino a che sentii il suo arnese vibrare, pronto all’esplosione.
    
    Lo tirò fuori, con la sinistra mi tirò in alto le braccia e con la destra lo usò come un idrante, impiastricciandomi tutto il viso ed anche un po’ i capelli.
    
    Un occasionale riflesso su un vetro mi dette l’idea di quanto la sua ...
    ... possente eiaculazione spiccasse sulla mia pelle ramata.
    
    Sempre tenendomi con le braccia in alto, mi portò fuori e legò la cintura al filo per stendere e poi mi disse di allargare per bene i piedi, in mezzo ai quali mise due fioriere, condannandomi a stare con le gambe ben aperte, coi miei ricciolini bene in vista ed appesa al filo per stendere.
    
    Vedevo il calvo del piano di sotto che aveva preso un paio di binocoli, per studiare la mia nudità (sicuramente vedeva con nitidezza gli schizzi del mio… padrone? -Sì, era il mio padrone, me ne rendevo conto in quel momento!- del mio padrone sul mio viso), mentre il segaligno trafficava con lo smartphone… oddio! Stava fotografandomi! Dopo cinque minuti di pubblica gogna, quando ormai sentivo le mie secrezioni colarmi lungo i muscoli tesi delle cosce, il dottore decise che poteva bastare e mi tolse da quella posizione.
    
    Prima di farmi varcare la portafinestra, mi impose di allargare “bene!” le gambe e mi ficcò dentro di colpo tre dita, che sciaguattavano mentre mi penetrava ripetutamente, per un’ultima vista da donare ai nostri spettatori.
    
    Mi portò alla fine in soggiorno, mi sciolse le mani, mi impose di restare dritta in piedi e si sedette sul divano.
    
    «Voglio farti diventare molto popolare, nel circondario. Da oggi, quando sei in casa, le tende e le tapparelle dovranno essere sempre aperte al massimo e il locale dove sarai, ovviamente nuda, dovrà essere sempre bene illuminato. Ripeti!» Ed io, diligentemente: «In casa, ...