1. Mio suocero – 3° Cominciare sul poggiolo


    Data: 03/12/2021, Categorie: Erotici Racconti Cuckold Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Voyeur Autore: Zorrogatto, Fonte: RaccontiMilu

    ... turbata e con la voglia di toccarmi.
    
    Avevo appena posato il bucato quando, prima che potessi fare alcunché, suonarono alla porta. Mi diressi nell’ingresso, ma mi ricordai del divieto dell’uso della cintura, che sfilai e lasciai cadere in terra, prima di aprire.
    
    «Ciao troia -salutò mio suocero, irrompendo in casa- ci hai messo un attimo ad aprire con l’accappatoio… lo avevi già addosso?» Chiese mentre ne scostava un lembo per verificare la mia totale nudità.
    
    «Eh… sì: tornata da lavorare, mi son spogliata, ma poi mi son ricordata del bucato steso e sono andata a ritirarlo… e quindi mi son messa l’accappatoio…» «Uhm… vedo la cintura lì in terra… -disse, indicandola con un movimento del capo- … hai allacciato la cintura per andare sul poggiolo?»
    
    «Beh… sì… C’era un uomo che mi spiava… e credo che mi abbia vista, anche quando mi si è aperto l’accappatoio per un momento…» Il dottor Paolo sembrava interessato: «Un uomo? Dove? Com’è? Cosa faceva?»
    
    «Ma sì… un signore oltre i cinquanta… Abita nel palazzo di fronte, un piano più in basso… Mi guardava dalla cucina, ma al buio, un po’ indietro per non farsi vedere, ma l’ho visto: grasso, peloso con la barba lunga, calvo, in canottiera… E… si stava… masturbando…» Dio che vergogna, ad aggiungere questo dettaglio… anche se mi sentivo sciogliere la topina.
    
    Lui pensò qualche istante: «Vai punita, per aver usato la cintura: vammi a prendere una brocca d’acqua!» Senza capire annuii e feci per togliermi l’accappatoio, ma lui mi ...
    ... bloccò con la mano e perciò lo tenni addosso, pur aperto. Andai ansiosamente in cucina, dove riempii una caraffa e presi anche un bicchiere, appoggiandoli su un vassoio.
    
    Tornata in soggiorno, mio suocero afferrò il manico della brocca e mi scagliò l’acqua addosso. «Oh! Hai l’accappatoio tutto bagnato… -disse con tono sardonico- … ti toccherà andarlo a stendere sul balcone… Ah, quando sarai lì e te lo sarai tolto, magari strizzalo un po’, prima di stenderlo; tutto con calma, questa è una punizione e se non mi soddisfacerà come farai, penserò a qualcosa di doloroso…»
    
    Spaventata dalla prospettiva del dolore, eseguii come richiesto: andai fuori e, con l’accappatoio aperto, prima mi asciugai il viso e poi, me lo tolsi; prima di torcerlo per strizzarlo, ne usai la parte posteriore per tentare di asciugarmi un po’ i capelli e mentre facevo ciò, spiavo la finestra del tipo, che era sempre in postazione: vidi che afferrava il cellulare e che parlava brevemente, indicandomi.
    
    Torsi l’accappatoio e presi il mio tempo, mentre sentivo la fichetta che mi ribolliva, per sistemarlo sulla corda e vidi un altro uomo, segaligno, alto, anche lui a ridosso dei cinquanta che si affacciava da una finestra alla mia stessa altezza col cellulare in mano e, appena notatami, si ritraeva in modo da potermi osservare senza essere notato. La scandalosa esibizione mi stava eccitando parossisticamente, mio malgrado, ma mi volsi verso mio suocero per avere un cenno di approvazione e poter rientrare. ...