1. Mai fidarsi della barista


    Data: 24/11/2021, Categorie: Tradimenti Autore: Goriot4, Fonte: EroticiRacconti

    ----RACCONTO DI PURA E TOTALE FANTASIA----
    
    “Hai sempre molto da fare come oggi?”. E’ venerdì sera, verso la chiusura, e il bar dove lavoro trasuda ancora persone. Birre, drink, snack… sto davvero sgobbandomi per prendere la mia misera paga, stavolta. Sono stanca e ho solo voglia di andare a casa a dormire. Eppure, quella voce dal bancone ridesta in me un certo interesse. Si tratta di un ragazzo sui 25 anni, moro, magro, capelli corti, visetto pulito. “Sicuramente oggi più del solito…”, gli rispondo con un sorriso sardonico. “Sarai stanca”, fa lui, poggiando la birra -ne aveva prese già tre, prima di quella- che sta bevendo. “Te lo posso assicurare. Tu invece, come mai qui per il weekend? Lavoro?”. “Sì, domani devo partecipare a un meeting e ho preferito muovermi per tempo”. “Sembri un uomo impegnato”, faccio io, ammiccando. “Beh sai, sono…”. Mentre stava rispondendomi, mi chiama il mio titolare. “Ma sei sorda? Non vedi che il 23 vuole pagare da dieci minuti?”. Vado dai clienti del tavolo rapidamente, non voglio subire la solita ramanzina il venerdì. Sbrigo qualche altro conto, pulisco la postazione e comincio a godermi un po’ più di silenzio. Lui, però, è ancora lì. “Non vorrei essere scortese, ma è quasi mezzanotte e dobbiamo chiudere”. “Figurati, nessun problema”, mi risponde. Pagandomi, mi lascia una mancia generosa e un biglietto con un numero. Dopo aver finito tutto ed essere uscita dal bar, mi prende la follia e decido di mandare un messaggio a quel numero. ...
    ... “Chissà se è lui”, penso subito dopo vedendo che la foto profilo non è molto chiara in tal senso. “Hai chiuso?”, mi risponde l’altro numero, e capisco subito che è lui perché mi manda un messaggio vocale subito dopo da cui riconosco la sua voce profonda e affascinante. “Ti va di continuare la nostra chiacchierata?”. “Sono tutta orecchie”, faccio io. “No no, io intendo dal vivo. Sono nell’albergo del tuo bar, camera 214”. Starò facendo la cosa giusta, mi domando io avviandomi verso l’ascensore? Non c’è nessuno ad aspettare né dentro, mi sento trasportata da una sorta di forza d’inerzia. Quando busso alla porta, sono tentata di andare via. Non faccio in tempo: “Finalmente, dicevo che non saresti venuta”. Entro in camera del misterioso ragazzo, che noto subito essere molto ordinato. La piccola valigia è riposta nell’armadio, i pochi vestiti che si è portato sono piegati con cura nei cassetti. Ha ancora indosso una bella camicia bianca, dei jeans scuri e delle scarpe di camoscio molto eleganti. “Posso sapere come ti chiami?”, fa lui accendendosi quello che dall’odore riconosco essere uno spinello. “Sylvie. Sai che il fumo potrebbe far scattare l’allarme?”. “L’ho fatto disattivare. Sai, il mio none è ***, sono capolista di un partito importante e certe cose posso permettermele”, replica con un’aria di superiorità. “Hai una fidanzata?”. “Beh, teoricamente sì, ma non la vedo spesso e lei è un po’ arrabbiata per questo. Tu sei fidanzata?”. “No, lavoro molto e ho poco tempo, rispondo ...
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