1. Deborah


    Data: 17/10/2021, Categorie: Etero Autore: Ukiyo, Fonte: EroticiRacconti

    ... fermarsi un attimo prima.
    
    -Che cosa vuoi?- replicò lui rialzandosi.
    
    -Voglio il tuo uccello. Lo voglio tutto dentro di me- lo supplicò alzando i lembi del vestito fino a scoprire il sesso.
    
    -Come lo vuoi, puttana?- domandò lui palpandole a piene mani i seni turgidi.
    
    -Lo voglio così, in piedi. Perché sono la tua puttana- rispose lei, traendo a sé il suo bacino. Andrea non si fece pregare. La sollevò, al contempo premendola contro il cancello, e le aprì le gambe, fino a poterla penetrare. Per facilitargli il compito, Deborah si tenne alle punte metalliche della recinzione. La sola sensazione di sentirlo scivolare dentro di lei le diede una scossa di piacere, che prese a crescere gradualmente istigato dalle spinte di lui. Ecco, il momento che aveva aspettato per ore. Concedersi all’uomo sbagliato, anzi sbagliatissimo.
    
    Ma prima che potesse iniziare a intuire l’arrivo dell’orgasmo, Andrea le fece cambiare posizione. La fece voltare verso il cancello, al che lei inarcò il bacino offrendogli nuovamente il proprio sesso. Sesso che lui riempì bruscamente, stringendole con forza i fianchi. Deborah si lasciò nuovamente andare a quei movimenti ritmici, quasi arroganti, che le facevano ora montare dentro un piacere più profondo e viscerale.
    
    L’orgasmo arrivò con l’intensità di un fulmine estivo, facendola tremare. Subito dopo avvertì il fiotto caldo di lui colpire la coscia nuda, e capì che per lui era stato lo stesso.
    
    Si ricomposero in fretta, con poche parole di circostanza. Dopodiché ripresero ognuno la propria strada verso casa nella calda notte del luglio veneziano.
    
    Una volta rientrata nella propria stanza, Deborah si buttò sul letto. Passò un dito sulla parte posteriore della gamba sinistra, dove avvertì la delicata ruvidezza dello schizzo di piacere che lui le aveva impresso. Voleva tenerlo con sé ancora per qualche ora, come il marchio di una conquista. Solo per qualche altra ora. Fino al nuovo giorno di soffocante normalità.
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