1. Saturno contro


    Data: 19/09/2021, Categorie: pulp, Autore: Ambiguo, Fonte: EroticiRacconti

    ... dal campo di forza... La tramortiremo pesantemente e vi teletrasporteremo al ponte d'imbarco: la nave partirà immediatamente. Abbiamo fatto molte prove; si risveglierà quando sarete oltre l'orbita di Urano... Cosa decidi? La nave sta aspettando.”
    
    “Va bene, ma non l'ucciderete vero?”
    
    Rise. “No, sarà lei a tramortirsi da sola!”. Aprì il microfono. “Serena, qui c'è un amico che vuole vederti giocare col cristallo.”
    
    Serena strinse le mani sulla catena mentre aveva il bestione fra le cosce, che le diede tre colpi terminali per venirle in fica e sfilò il cazzo bagnato. Boris estrasse il pungolo nero dalla fondina e chiese a Serena se lo voleva in culo. Come risposta la bella prigioniera si piegò a pecorina in attesa. Boris sforzò il buchetto sempre vergine e glielo innestò fino al manico.
    
    “Brava!,... a noi basta questo, vedere che sei capace di farlo... ma io ti conosco, tu vuoi una bella scarica in culo, quella lunga che ti fa impazzire, devi solo dirmelo... Boris te lo regola a dieci secondi, così il cristallo si carica per bene... ma voglio sentirti contare i secondi.”
    
    L'inquisitore chiese conferma. “Sì, mettilo a dieci... vero che vuoi, Serena?”
    
    Serena, piegata in avanti, fece di sì col capo chinato. Osservava le gocce di sudore caderle dal viso. Non alzò gli occhi: “Uno... due... tre...” contò.
    
    Yūki udì il sibilo sempre più intenso del cristallo di zirkonite che si caricava: non era nemmeno in grado d'immaginare come potesse essere una scarica simile nel ...
    ... corpo. Voleva fermarli, non era giusto, non doveva soffrire così. Ma l'osservò contare: era eccitato.
    
    “... otto... nove... dieci.”
    
    Il cristallo le si scaricò in culo con la stessa terribile lentezza e con intensità sempre maggiore fino a farla urlare muta ed irrigidirla come crocifissa. Dopo dieci secondi le catene si sganciarono e lei cadde morta.
    
    “Non c'è tempo. Corri.” Ordinò il generale.
    
    Yūki si precipitò in cella e la raccolse pietoso. Nello stesso istante il mondo attorno a lui vibrò e sparì nel buio.
    
    Si ricompose teletrasportato nell'ampia sala, lucida e luminosissima, degli imbarchi. Il pannello lampeggiava rosso; la nave era in partenza. Aveva le vertigini; attese qualche secondo immobile con lei in braccio, finché passarono del tutto. Osservò il volto addormentato sulla sua spalla, senza alcun segno dell'atroce sofferenza, e s'infiammò d'odio per il generale e suo padre. Ma ora erano liberi.
    
    Scese dalla pedana e s'avviò deciso verso la porta, ma la sentì rianimarsi. La baciò in bocca. Serena si ribellò: “Dove sono?” e saltò giù.
    
    “Agli imbarchi, ti ho liberata.”
    
    Corse nuda verso la parete ed interrogò il touch screen di servizio. Esultò: “Siamo nel Ponte R144, quadrante FF.”
    
    Yūki la guardava senza capire. Serena gli sorrise prima d'illuminarsi di verde ed esplodere come un piccolo sole.
    
    Il campo di forza assorbì l'esplosione e la convogliò in un raggio luminosissimo diretto all'esterno del sistema solare.
    
    Il generale McQueen chiamò il ...
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