1. Saturno contro


    Data: 19/09/2021, Categorie: pulp, Autore: Ambiguo, Fonte: EroticiRacconti

    ... pratica verso Saturno. Per sei ore non avrebbe potuto effettuare alcuna correzione di rotta e, soprattutto, non avrebbe potuto difendersi da nessun intercettore imperiale; ma avrebbe dovuto finirgli dritto in bocca, perché a quella velocità nessuno poteva inseguirlo. Le batterie sarebbero di nuovo state cariche giusto in tempo per cominciare la decelerazione. Non rimaneva che attendere e sperare.
    
    Si spostò nel vano abitativo; qui s'assicurò ad una poltroncina e tirò a sé Serena che galleggiava a mezz'aria nel sacco termico, traendola con una leggerissima pressione dietro la nuca: non era più freddo come un cadavere. La baciò in fronte con disperazione, cercando di infonderle vita. La sentì muoversi. Non aveva quasi coraggio di guardare; mollò la presa e Serena riprese a librare allontanandosi. Aveva voltato la testa e lo fissava con occhi incuriositi: non capiva dov'era. Yūki era troppo felice per spiegare e le disse solo che l'aveva salvata lui.
    
    Sorrise bellissima, ma subito si rabbuiò chiedendo di Krovatim. Yūki immaginò fosse il pilota morto e farfugliò qualcosa. Serena si rigirò nell'aria verso l'oblò. No, Yūki non voleva che soffrisse; allungò le braccia e riuscì ad afferrarla: “Come ti chiami?”
    
    “Serena, credo... non ricordo nulla di prima, solo Krovatim. Non so nemmeno dove sono nata.” Uscì dal sacco, era sudata. “Ho fame.” Divorò con la gioia d'una ragazzina le razioni di tre giorni. Poteva avere vent'anni come quindici. Riprese velocemente colore mentre ...
    ... succhiava dalle cannucce senza staccare gli occhioni grigi da Yūki. L'ascoltava attentamente quello che raccontava, ma pareva persa in un altro mondo.
    
    “... tra sei ore attraccheremo alla base e ti cureranno. Recupererai la memoria.”
    
    “Non lasciarmi.” Gli disse trafiggendolo al cuore.
    
    Mai l'avrebbe abbandonata. Le teneva il capo e con la punta del dito ne seguiva il profilo del nasino perfetto e delle labbra bagnate agli angoli.
    
    Lo baciò lei per prima, leggera come una farfalla, le gambe nude che parevano ali sospese nell'aria. Senza staccarsi dal bacio sganciò la cintura della poltrona e Yūki le galleggiò incontro. Ruotò con lui, avvolgendogli il capo nei lunghi capelli castani e stringendolo al torace.
    
    Le mani di Yūki scorrevano sul giovane corpo senza peso; Serena premeva le labbra più forte quando le carezzava il fianco nudo e quasi lo morse allo sfiorar del capezzolo. Serena staccò le labbra solo per sussurrare ancora: “Non mi lasciare.” Abbracciata alla sua spalla, lo aiutò a spogliarsi della tuta e, non appena gli svettò fuori, glielo strinse in mano.
    
    Yūki si sentì mancare mentre lo spompinava con la dolcezza con cui l'aveva baciato e venne subito, sentendosi in colpa come un ragazzino troppo innamorato. Serena lo baciò riconoscente ed allungò il corpo inseguendo i goccioloni che fluttuavano in giro; li ingollò tutti, uno ad uno, come un pesce nell'acquario. “Non vuoi venire con me? Io ti voglio, vieni.” e s'introdusse nel cubicolo imbottito, largo un metro ...
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