1. Una stupenda via senz’uscita


    Data: 03/05/2018, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    Era un tardo pomeriggio come tanti d’altronde in quell’ufficio, per il fatto che io m’attardavo trattenendomi di proposito per sbrigare delle importanti questioni, in aggiunta a ciò pazientavo che la pioggia prolungata là di fuori quantomeno rallentasse. Le strade erano completamente allagate d’acqua, il vento al piano terra colpiva gli stendardi di plastica della sala delle esposizioni, mentre le catene che li reggevano facevano uno sgradevole rumore metallico, tanto che parevano dover strappare la tela plastificata da un momento all’altro. Altri trenta minuti e me ne sarei andata rimuginavo dentro me stessa, comunque pianissimo, però me ne sarei andata. Avevo aperto già la pagina sul sito di Facebook, tuttavia l’avevo dimenticata accesa, così nel frattempo con il puntatore sulla X compare un messaggio, visto che s’apre una finestra di dialogo sullo schermo:
    
    ‘Ciao, da quanto tempo non ti sento. Come stai?’.
    
    Era lui. Io lo avevo completamente rimosso nel periodo di Ferragosto scorso quando lui m’aveva peraltro abbandonato per tutta la settimana, se non per scambiarci soltanto degli auguri generici, impersonali e senza affetto. Io senza molti complimenti né tante lusinghe, ma con un paio di SMS gli avevo educatamente e gentilmente chiesto di non chiamarmi più allontanandolo. Certo, bruciava e struggeva ancora di qualche centimetro sotto l’ombelico, il piacevole ricordo di quella notte e di tutto ciò che era successo dopo esserci incontrati alla fermata dell’autobus. ...
    ... L’agriturismo era raffinato e persino romantico, il letto grande e morbidissimo, lezioso e svenevole quel tanto che bastava per corromperlo e fuorviarlo in un’alcova di sesso goloso e sfrenato. Lui m’aveva subito acciuffato appena la signora era andata via dopo averci consegnato le chiavi, e arrotolati i jeans sulle ginocchia m’aveva leccato prepotentemente la fica già bagnata, ancorché non freschissima dopo la giornata delle lezioni. Io avevo avuto giusto il tempo di sfilare una gamba dai jeans prima che lui mi scopasse. A dire il vero l’avevamo fatto due volte prima d’uscire per cena, a ogni ripresa ci spogliavamo un po’ di più fino a quando c’eravamo ritrovati infine nudi, esausti e alquanto affamati.
    
    Era una bella sera di metà febbraio, serena e non tanto fredda per quel periodo, la prima volta che vedevo le mura del Vaticano dal retro, appena il tempo di mangiare una pizza ed eravamo ritornati in stanza. Quella sottana di seta rossa con l’oblò tra i seni, curvo e stravagante sul mio corpo dopo esservi stata straziata due volte, l’ultima, incredibile, con i fianchi schiacciati nel letto m’aveva trapassato le budella dal sedere, dato che mi era salita una pelle d’oca di dolore mista a quell’insolito e strano piacere. Io ero venuta così forte e in modo molto travolgente, dal momento che sembravo stessi per piangere, con lo spazio che si deformava fuori dalle orecchie giacché avevo gridato all’incredibile. Sullo sfondo la musica del gruppo dei Jethro Tull aveva afferrato per ...
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