1. La figlia di mia sorella


    Data: 30/04/2018, Categorie: Etero Incesti Autore: cd1948, Fonte: RaccontiMilu

    ... zona sia terribile’ rispose.
    
    -‘non preoccuparti, risolveremo in qualche modo, intanto accomodati’ le dissi, ‘aspetta, ti aiuto con le valigie, vedo che sei alquanto carica’.
    
    -‘Eh, sì, ho dovuto fare due viaggi dalla macchina al portone, per portare tutto’.
    
    -‘Ma potevi anche chiamarmi, ti avrei dato una mano’.
    
    -‘Non volevo disturbare, zio’.
    
    Presi una delle valigie e la borsa dei libri e le mostrai la sua camera.
    
    -‘Ecco, adesso sistemati pure, prenditi tutto il tempo che vuoi’.
    
    -‘Resta qui, zione, così mi dai una mano’.
    
    Le mostrai l’armadio a muro ove riporre le sue cose poi presi la prima valigia e la posai sul letto. Lei la aprì dicendo :
    
    -‘Ecco, tu prendi le cose e me le passi, così io le sistemo in armadio, zio’.
    
    Iniziai a prendere le sue cose ed a passargliele, come da istruzioni. Aveva una serie notevole di magliette, con maniche lunghe, corte, senza maniche, pesanti, leggere, semitrasparenti. Poi passammo alle minigonne, davvero alcune cortissime, pantaloni lunghi, corti, jeans. Infine venne il turno della biancheria intima. Aveva dei pezzi veramente sexy, alcuni perizomini ridottissimi, oppure reggiseni in pizzo trasparente con mutandine coordinate, sempre trasparenti.
    
    -‘Wow, chi devi sedurre con queste cose ?’ scherzai.
    
    -‘Chissà, forse anche te’ rispose lei, sempre scherzosamente, mentre metteva le cose nel cassetto.
    
    Andammo avanti così, sempre scherzando anche per disfare la seconda valigia. Ci volle oltre un’ora per ...
    ... finire.
    
    -‘Ma ti sei portata tutta la casa ?’ chiesi.
    
    -‘Ma no, zio, vedessi quanto &egrave rimasto. Ho solo portato quello che mi potrebbe servire in questi mesi, senza dover portare valigie su e giù’, mi rispose.
    
    -‘Ma quanti armadi occupi, a casa tua ?’ le chiesi, ridendo.
    
    -‘Uno solo’, rispose, sempre ridacchiando, ‘ma grande il doppio di questo !’.
    
    Quando finimmo, eravamo stanchi tutti e due, ma voleva ancora collegare il suo computer a internet. Le dissi che avevo una rete senza fili e che quindi avrebbe solo dovuto accenderlo e mettere la password per la crittografia di rete, cosa che facemmo. Poi, la aiutai a configurarlo per bene, per poter anche stampare sulle mie stampanti, facemmo dei test e poi andammo in sala a riposare.
    
    -‘Allora’, feci, ‘pronta per iniziare l’avventura dell’università ?’
    
    -‘Spero di sì’, rispose.
    
    -‘Ma lasci qualcosa al paese ? ‘
    
    -‘Mah, no, cosa vuoi, &egrave un paesetto, i ragazzi sono perlopiù contadini, non hanno grosse prospettive’
    
    -‘E tu che prospettive hai ?’
    
    -‘Beh, voglio intanto laurearmi e poi trovare qualche lavoro serio. Il paese &egrave bello per viverci perch&egrave &egrave tranquillo, ma lì non se vuoi fare qualcosa di serio nella vita’.
    
    -‘In fin dei conti, i laureati di questa università trovano un lavoro appena finito’, dissi.
    
    -‘E quello che spero’, replicò lei.
    
    -‘E famiglia ? Intendi metterne su una ?’ chiesi
    
    -‘C’&egrave tempo per quello. Devo prima trovare un uomo che mi dica qualcosa’ ...
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