1. Il paggio della regina - 2


    Data: 09/10/2017, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    ... silenzio.
    
    “Ieri qualcuno lo ha visto…”
    
    “Ma era…”
    
    “Non era alla battuta di caccia: lo hanno visto nel parco ieri pomeriggio… sembra che abbia avuto un incontro con una donna...”
    
    Armand si sentì cedere le gambe.
    
    “La regina era furiosa… - proseguì Alphonsine - mi ha mandato a chiamare il capitano De Vauberge… Ho paura che lo abbia fatto arrestare.”
    
    Armand era annichilito: conosceva la regina, era una donna terribilmente vendicativa.
    
    “Vorranno sapere con chi era… lo tortureranno…”
    
    No… No… No… si sentiva pulsare Armand nella testa. Non poteva permetterlo… non lo avrebbe permesso… doveva salvarlo!
    
    La risoluzione gli si presentò istantaneamente nella testa.
    
    “Devo parlare con la regina!”, disse, facendo per andarsene.
    
    “Siete impazzito?”, cercò di trattenerlo la ragazza.
    
    Ma Armand si divincolò e si lanciò per il corridoio: pochi istanti dopo bussava all’uscio della camera, in cui la regina si stava ancora abbigliando.
    
    Nel vederlo così sconvolto, la regina congedò con un gesto le sue damigelle.
    
    “Che succede, Armand?”, gli chiese preoccupata.
    
    “Vostra Maestà…- iniziò il giovane, torcendosi le mani – sono qui per il cavaliere di Mont-Mercin…”
    
    “Cosa ti interessa del cavaliere di Mont-Mercin?”, fece la donna con un lampo d’ira negli occhi.
    
    Nella sua angoscia, Armand decise di giocarsi il tutto per tutto.
    
    “Salvatelo, vostra Maestà… è tutta colpa mia…”
    
    “Di che diavolo stai parlando?”
    
    “Salvatelo… - ripeté il giovane, cadendo in ...
    ... ginocchio davanti a lei – ieri era con me, il cavaliere… è stato con me tutto il giorno…”
    
    “Cosa c’entri tu?”, chiese gelidamente la regina.
    
    “Ci amiamo, vostra Maestà…”
    
    “Ah!”, fece lei con stizza, allontanandosi.
    
    “Salvatelo…”, implorò ancora Armand, ancora in ginocchio.
    
    “Da quanto tempo va avanti questa tresca?”, chiese la regina dopo un lungo silenzio.
    
    “Da cinque anni, vostra Maestà…”
    
    “Da prima, dunque…”
    
    “Sì… Lui voleva lasciarmi quando… Ma sono stato io a insistere… Sono stato io… Lui vi ama… E’ tutta colpa mia…”
    
    La regina lo fissava senza parlare: ira, incredulità, stizza tumultuavano nella sua testa.
    
    “Punite me, vostra Maestà… - mormorò ancora Armand, chinando la testa – salvatelo… abbiate pietà.”
    
    “Lo ami tanto, dunque?”, disse la donna con tono un po’ addolcito.
    
    “E’ la mia vita.”
    
    “Prenditelo, allora, – sentenziò la regina - ma lascerete entrambi la corte e lascerete al più presto la Francia. Non voglio più sentire parlare di voi.”, e con queste parole, si allontanò, uscendo dalla camera.
    
    ***
    
    Due giorni dopo, una carrozza si allontanava veloce da Fontainebleau, diretta verso il porto più vicino. A bordo, il cavaliere dormicchiava, ancora malconcio e dolorante per i maltrattamenti ricevuti in carcere. Accanto a lui, Armand guardava con occhio vigile fuori dal finestrino la campagna che scorreva rapida ai loro lati. Uno scossone della carrozza sulla strada dissestata riscosse il cavaliere.
    
    “Dove andremo?”, chiese ad Armand, ...