1. Il paggio della regina - 2


    Data: 09/10/2017, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    ... per loro conto le emozioni del sesso e dell’amore, cercano di ricrearle osservando quelle di altri.
    
    Ma questo è il nostro lavoro, questo ci chiedono i lettori, che sono i nostri giudici, e allora come freddi reporter dobbiamo osservare e riportare, cercando di mantenere tutta la lucidità e la razionalità che ci sono possibili, anche se spesso è tutt’altro che facile.
    
    Dopo un po’, i due amanti erano nudi, avvinghiati l’uno all’altro, la schiena di entrambi macchiata dell’erba e dei fiori su cui si erano rotolati. Era una delle poche volte che riuscivano a incontrarsi di giorno e senza impedimenti, da quando la regina si era invaghita del cavaliere e lo aveva reclamato al suo talamo. In genere i loro incontri erano fuggevoli e notturni, e magari già spossati l’uno dalle precedenti fatiche amorose, l’altro dall’estenuante attesa nell’anticamera buia. Ma stavolta non c’era nessuno a contrastarli, la caccia sarebbe durata tutto il giorno, salvo imprevisti, erano ore preziose, tutte per loro, e non volevano sprecarle.
    
    Il cavaliere strinse fra le braccia il corpo nudo di Armand, assorbendone con rinnovata emozione il calore e il buon profumo della pelle, misto all’acre sentore dell’erba schiacciata. Con quanta bramosia, allora, ne leccò e vellicò con le labbra i capezzoli appuntiti, ne esplorò le ascelle odorose, ne mordicchiò la pelle delicata dell’addome, fino a raggiungere la meta agognata, l’uccello rorido di desiderio.
    
    Il cavaliere non ebbe esitazione a prenderlo in ...
    ... bocca, mulinandoci attorno con la lingua e ripulendolo dalla bava di cui era cosparso.
    
    I suoi mugolii di soddisfazione si mischiavano a quelli di Armand, che gli si dimenava fra le braccia. Poi, senza lasciare la presa, il cavaliere si rigirò, mettendoglisi a cavalcioni e Armand si ritrovò la punta del suo cazzo stillante che gli sfiorava le labbra. Senza neanche pensarci, le dischiuse e lo lasciò entrare. Era la prima volta che lo faceva, la prima volta che glielo prendeva in bocca, che gustava il cazzo del suo uomo, e la cosa non gli dispiacque; anzi, lo caricò ulteriormente di rinnovata libidine.
    
    Il sole, che intanto si era spostato, raggiungendo lo zenit, illuminava i due corpi lucidi di sudore, che si rotolavano sull’erba avvinghiati e tutt’ora persi l’uno con la testa fra le cosce dell’altro, intenti a succhiarsi e incuranti del caldo impietoso di mezzogiorno.
    
    D’un tratto, Mont-Mercin si riscosse:
    
    “Ti voglio…”, disse con voce arrochita dalla spasmodica tensione che stava vivendo.
    
    Quasi non aspettasse altro, in un lampo Armand si svincolò dall’amante e si pose a quattro zampe, poggiando la fronte a terra, in attesa. Il cavaliere gli si accosciò dietro, gli allargò con le mani le natiche levigate e si chinò a baciare e leccare il minuscolo orifizio rosato. Lo riempì per bene di saliva, poi ci poggiò sopra la punta smussata del glande e iniziò a spingere.
    
    Nonostante il leggero dolore che la forzatura dello sfintere gli procurava, Armand
    
    accolse con un ...