1. La gioia che mi do (seconda parte)


    Data: 06/10/2017, Categorie: Tradimenti Autore: mikirn82, Fonte: Annunci69

    ... ora di darle quello che vuole. Mi tolgo definitivamente i pantaloni e rimango completamente nudo, quindi mi inginocchio davanti a lei. Le nostre lingue tornano ad unirsi, ha un sapore vagamente salato. Senza mollare la presa su quelle labbra soffici come nuvole la spingo sul letto, quando è sdraiata sotto di me scendo con la lingua lungo il collo proteso verso l’alto. Poggio le mani sulla carne laterale di seni e li spingo uno contro l’altro. Gioia inizia a godere quasi in silenzio. Svegliare i nostri fidanzati sarebbe una tragedia, se non altro perché non potremmo goderci il nostro momento. Sono con la bocca a pochi centimetri dalle tette di Gioia, il mio più grande rimpianto. I capezzoli mi chiamano, sembra lo stiano facendo da dodici anni per quanto sono duri e pulsanti. Li accarezzo dolcemente con la lingua, mentre il movimento della mani intorno ai seni si fa più deciso. Intanto il mio uccello, perennemente in tiro, si strofina contro le morbide labbra alla ricerca del clitoride. Stringo i seni con decisione agganciando entrambi i capezzoli con i denti, una vocina sopra la mia testa dice ‘era proprio questo che mi mancava’. Continuo fino a che non sento la sua mano spingere la testa verso il basso, eseguo senza però togliere le mani da quelle tette perfette. Sopra le grandi labbra una piccola striscia di peli mi indica la via, non l’avevo notata in precedenza. Trovo subito il clitoride, è gonfio e pulsa, sembra un faro che mi richiama a se come una nave. Lo saluto senza ...
    ... tanti complimenti, le gambe di Gioia si aprono al piacere. Lascio scendere la mano destra per dare il giusto supporto alla lingua, piego l’indice ad uncino e lo infilo massaggiando la zona dietro al clitoride. I gemiti provenienti dalla testata del letto mi fanno capire che sono sulla giusta strada. Guardo verso l’alto cercando il suo sguardo pieno di godimento, le due invalicabili montagne mi impediscono di vedere. Vado avanti fino a quando la mano, che in precedenza mi aveva spinto in basso, torna a prendermi afferrandomi per i capelli con forza. La sua voglia mi eccita in modo incredibile, prendo il preservativo che ha preparato e lo indosso. Sono sopra di lei, con le braccia tese mi tengo sollevato e la guardo negli occhi, stiamo sorridendo tutti e due. La sua mano sinistra prende il mio uccello intento a cercare l’ingresso per la tana del piacere, lentamente lo accompagna. Quando la cappella entra nel suo buchetto fradicio e sbrodolante, mi abbasso e la bacio quasi con amore. Comincio a pomparla piano piano, fino a quando mi alzo in ginocchio e le afferro i seni con entrambe le mani. Decido che è il momento di darci dentro. Gioia si morde le labbra, sento che vorrebbe urlare. Allora aumento il ritmo sopra e sotto; con il cazzo entro ed esco a velocità sostenuta ma con grande continuità, le mani giocano con quelle meravigliose tette perse dodici anni prima per una figa di legno del cazzo. Le gambe di Gioia si allungano tentando di raggiungere il soffitto, sussurra che sta ...