1. Veronika cap.1 - Il feticismo delle scarpe blu


    Data: 31/03/2018, Categorie: Feticismo Autore: FrancoT, Fonte: EroticiRacconti

    ... piccoli paesi situati nel territorio circostante la nostra azienda. Avevo ormai capito che lei in qualche modo vedeva come la guardassi dalla vita in giù ed ella sapeva che io avevo capito come ella si mettesse in mostra per me nel mio ufficio.
    
    Decisi di tentare il tutto per tutto un mercoledì pomeriggio e fu un tentativo piuttosto istintivo, non programmato e decisamente rischioso. Potevo far naufragare tutto in un attimo. Quel giorno indossava un tailleur in tweed giallino con una camicietta bianca e le scarpe che amavo con le trasparenze laterali. Era davanti a me e si era posizionata con le gambe praticamente incrociate, ma a mio favore. Molti sostengono che l'accavallamento sia un sintomo di protezione e di chiusura, talvolta addirittura di stress. Vi posso assicurare che con quegli accavallamenti l'unico che subiva uno stress ero io. Vedevo quasi interamente la sua coscia magrissima e sentivo già il cazzo duro.
    
    “Posso fare qualcos'altro per te?”, mi chiese scavallando le cosce, poggiando il piede sinistro a terra ed aiutandosi con le mani sui braccioli della sedia per alzarsi.
    
    In quel momento in cui ero riuscito anche a sbirciare tra le sue cosce, decisi di tentare il tutto per tutto.
    
    “Potresti farmi vedere quelle scarpe da vicino”, dissi.
    
    Era stato un po' come calare l'asso. Lo avevo fatto ed adesso stavo attendendo la sua reazione. Lei si era già voltata leggermente di spalle. Si girò leggermente verso di me, si guardò i piedi e mi disse:”Le ...
    ... mie scarpe, intendi?”.
    
    Aveva un sorriso malizioso e conosceva già la risposta. Io alzai il sopracciglio in cenno di assenso e lei poggiò i fogli che aveva in mano. Poi venne verso di me girando attorno alla scrivania dalla mia destra. Io feci girare la sedia in senso orario e me la trovai davanti. A quel punto non seppi cosa dire, ma non ci fu molto da dire. Lei sollevò il piede destro e lo poggiò sulla seduta delle mia poltrona, in mezzo alle mie gambe, a tre centimetri dal mio cazzo,
    
    “Così è abbastanza vicino?”, mi chiese.
    
    La guardai dal basso verso l'alto e notai anche la sua coscia, magrissima, sotto alla sua gonna. Feci cenno di sì con il capo e rimasi per qualche secondo ad ammirare quel piede meraviglioso inserito in quella scarpa incredibile.
    
    “Puoi toccarla se vuoi”.
    
    “Veramente?”, le chiesi quasi imbambolato.
    
    “Puoi toccare tutto quello che vuoi Franz”, mi disse lei spingendo leggermente avanti il piede ed urtandomi i testicoli con la punta della scarpa. Allora poggiai la mano sinistra sul collo del suo piede e avvicinai la bocca al suo ginocchio baciandolo. Allo stesso tempo infilai la mano destra sotto alla sua gonna, palpeggiandole l'interno coscia, ma arrivando in fretta alla sua passera. Indossava il collant e sotto ad esso degli slip neri, presumibilmente in pizzo, almeno da quello che percepiva la mia mano.
    
    “Mmmhhh... non vedevo l'ora he lo facessi”, disse lei sollevando la testa verso il soffitto.
    
    “Cosa?”, le chiesi leccandole il ...