1. Veronika cap.1 - Il feticismo delle scarpe blu


    Data: 31/03/2018, Categorie: Feticismo Autore: FrancoT, Fonte: EroticiRacconti

    ... decolleté color nude con le parti laterali trasparenti. Non avevo mai visto delle scarpe così belle e decisi di dirglielo.
    
    Lei fu entusiasta del mio complimento.
    
    “La ringrazio”, mi disse.
    
    “Possiamo darci anche del tu”, le risposi “Comunque non mi devi rimngraziare, ciò che è bello ed elegante merita ogni complimento”.
    
    “Grazie. Non è così scontata questa cosa”, mi rispose.
    
    “Per me lo è Veronika”.
    
    “Grazie signore”.
    
    “Chiamami Franz”, le dissi.
    
    “Ok, Franz”, concluse sorridendo. Aveva delle mani con delle dita lunghe e magre e le unghie, così come il rossetto, di un rosso carminio. Avrei scommesso che dello stesso colore avrebbe avuto anche quelle dei piedi ma non potevo chiederglielo.
    
    Da quel giorno in avanti, intensificai la comunicazione con lei. La volevo vedere ogni giorno e cominciai quindi ad assegnarle dei compiti che lo rendevano possibile. Nessuno si accorse di nulla e penso nemmeno lei stessa, almeno a dir suo quando ci incontrammo fuori dagli uffici per la prima volta. Per tutto il tempo in cui misi in moto il meccanismo della sua conquista, pensai spesso a lei ed alle sue gambe, spesso anche mentre frequentavo le altre donne. Elaborai un mia classifica personale dei suoi look preferiti e delle sue scarpe che mi eccitavano di più e spesso mi trovai solo a masturbarmi fantasticando su di lei. Pian piano scoprii che era single, che non aveva fratelli e che aveva solamente la madre, con la quale viveva.
    
    Dopo al nostro primo incontro, casuale, ...
    ... fuori dagli uffici che coincise con il secondo complimento che le feci per le sue scarpe, lei comprese il meccanismo che stava dietro ai miei pensieri e cominciò ad assecondare i miei desideri. Sparirono i pantaloni, si alzaromo i tacchi ed aumentarono gli accavallamenti a mio favore. Se in precedenza, quando veniva nel mio ufficio, restava in piedi, dopo quel giorno mi chiese sempre di potersi sedere nelle poltrone davanti alla mia scrivania per mettere in scena la sua recita. Lo faceva con nemmeno troppo malcelata malizia femminile ed io ne restavo sempre estasiato. Spesso quando usciva dal mio ufficio correvo alla porta, mi chiudevo a chiave all'interno e mi masturbavo.
    
    Lentamente cominciammo a flirtare e compresi che la attrazione era reciproca. Non capii cosa di me la attraesse, poi capii che fossero le mie mani.
    
    “Accarezza tutto il mio corpo, ti prego”, mi disse in uno dei nostri primi incontri. Non avevo notato come i suoi occhi si concentrassero su di esse che, peraltro, non ritenevo neppure bellissime.
    
    “Ad ognuno il proprio feticismo!”, le dissi una volta.
    
    Quando mi rivelai il nostro rapporto personale, all'interno della azienda, si era decisamente incrementato. Ci eravamo conosciuti meglio e qualche volta avevamo pranzato insieme, anche con altre persone, nella grande mensa della nostra azienda che contava circa ottocento dipendenti. Eravamo così tanti che nessuno si preoccupava dei rapporti interpersonali tra i dipendenti. Eravamo più popolosi di molti ...