1. Dimenticanze


    Data: 26/03/2018, Categorie: Autoerotismo Lesbo Sensazioni Autore: Deb, Fonte: RaccontiMilu

    ... prima la gonna dietro e dopo mettendo le mani davanti mentre accavallo. Sono terrorizzata ma ammetto che la situazione mi sta piacendo. O cazzo, di fronte c’è la ragazza della palestra. Deve essere salita alla fermata prima. Rossa, divento rossa. Bordeaux. Abbozza un mezzo sorriso. Noto solo ora che è in gonna anche lei, per giunta più corta della mia. Provo a tenere basso lo sguardo per non incrociare il suo, ma non voglio nemmeno sembrare scortese, in fin dei conti nessuna delle due ha ammazzato nessuna. Così vedo che mi fa un mezzo sorriso. Accavalla due volte lenta, e non capisco perché. Poi sorride e allarga leggermente le cosce. Sono di fronte a lei, e capisco. Capisco tutto. Anche lei non le porta. Suona il campanello e si alza, va verso l’uscita: “Sono Francesca, domani vediamo di ricordarcele, io sono in palestra alle sei”, mi fa con accento toscano questa bella ragazza mentre strizza l’occhiolino. Scende e va via. E con il tram al semaforo fermo, rimango a guardarla mentre va via sicura e si accende una sigaretta. Non sono lesibica, anzi, ma sotto è un ribollire. Non doveva succedere, ma sarà la situazione: mi bagno. Scendo dal tram che sento l’odore fin le mie narici, ma forse è solo un’impressione; arrivo all’aperitivo e dopo essermi sistemata in bagno e aver bevuto due americani (sarebbe stato comico se avessi scritto “fatta due negroni”, come dicono qui, alludendo ovviamente al drink), stando seduta con le mani davanti alla patata tutto il tempo per “allungare” ...
    ... la mia gonna a ruota e aver fumato cinque sigarette per il nervosismo senza essermi goduta la serata, vado a casa. Chiudo a chiave, mi distendo a letto, apro oscenamente le gambe. C’è Francesca nella mia testa, anzi, c’è quella situazione sul tram, quella mezza frase. Vorrei sfiorarmi e fare le cose con calma, ma non ci riesco: in un minuto sento già gli sconquassi di un orgasmo violentissimo. “Rilassati'”. Me lo ha detto sorridendo. E’ passato quasi un mese da quella sera in palestra, e da quello scambio di battute sul tram. Ci siamo incrociate altre volte, senza la stessa magia; due parole in spogliatoio, un “come va?” durante lo stretching, un commento su quel figo della madonna che viene ogni mercoledì sera. C’è sempre stato un po’ di imbarazzo nell’aria, forse più da parte mia. Debbie e Francesca, quelle che in una serata di inizio ottobre si son dimenticate il ricambio. Non sono nemmeno sicura di averle mai detto il mio nome. Per certe cose noi donne siamo un po’ così: situazione divertente, ma ci si tiene sempre a una certa distanza, c’è complicità ma non a sufficienza per iniziare un’amicizia. L’altro giorno pioveva tanto. La classica giornata grigia, inutile, in cui vorresti sparire oppure restare a casa sotto il piumone, mangiando schifezze e fumando sigarette una dietro l’altra senza neppure alzarti per passare il tempo: l’università è appena cominciata, e . Del resto, dopo qualche giorno di baldoria, ci starebbe tutto. E invece sono uscita per andare in palestra, ...