1. Il pigione


    Data: 15/03/2018, Categorie: Cuckold Dominazione / BDSM Sesso di Gruppo Autore: Senior, Fonte: RaccontiMilu

    Solo la vista di quella grossa cappella appoggiata alla fica che lentamente entrava dentro, di quel lungo cazzo che entrava tutto nella fica della moglie, portò Paolo a riconsiderare le sue ultime azioni. Arrossì violentemente, quello si stava chiavando la moglie e proprio sotto i suoi occhi. Una cosa era farselo raccontare dopo, un’altra era assistervi da vicino. La rabbia gli stava montando dentro, cominciò ad avvertire una violenta stretta allo stomaco, quel cazzo infilzava la moglie e lui avvertiva uno stiletto che infilzava il suo stomaco, avrebbe voluto gridargli di smettere di profanare quel posto che aveva conosciuto fino ad allora solo il suo cazzo, ma contemporaneamente avvertiva anche una forte eccitazione, sentiva il cazzo indurirsi prepotentemente, l’eccitazione poi aumentò a dismisura scacciando la rabbia, quando la moglie cominciò ad esprimere ad alta voce tutta la sua goduria sotto i colpi di quel grosso randello, ormai i suoi gemiti di piacere si mischiavano a quel continuo chiac, chiac, chiac, chiac, chiac, chiac, chiac, che veniva prodotto dalla chiavata, avvertiva di avere ormai un cazzo durissimo, segno che la scena lo eccitava tanto.
    
    Insomma alla fine convinse la riluttante Rita ad accompagnarlo. Andarono dal ‘vecchio’, un benestante cinquantacinquenne pensionato ex dirigente di banca , gli chiesero ed ottennero la proroga del pagamento.
    
    Vivevano ormai da quasi dieci anni in quel miniappartamento arredato che avevano fittato appena sposati, con ...
    ... l’obiettivo di fittarne uno più grande in seguito. Poi col tempo quel proponimento era stato accantonato. L’incertezza del lavoro di Paolo, un trentacinquenne operaio che in pochi anni aveva già cambiato quattro volte lavoro, ma anche il suo inguaribile vizietto per il videopoker avevano fatto sì che Rita, sua moglie, si rassegnasse a vivere in quel piccolo appartamento. E comunque per consolarsi Rita si diceva che comunque quella grama vita era sempre meglio dei tanti anni passati in un orfanotrofio gestito da suore. Di quella vita le era rimasta la semplicità e la capacità a sapersi accontentare del poco.
    
    Aveva trent’anni, ma ne dimostrava qualcuno in più, non abituata a truccarsi né a recarsi dal parrucchiere, figurarsi dall’estetista; anche il suo modo di vestire risentiva della sua condizione economica poco felice. Insomma era una giovane donna scialba, anonima, anche se in fondo non era brutta, anzi aveva un bel visino regolare in cui spiccava una bella bocca con grosse e carnose labbra, era magra, ma a parte il seno poco pronunciato aveva un bel culetto e belle gambe, sicuramente con abiti giusti ed un po’ di trucco sarebbe sicuramente rifiorita.
    
    Il rapporto di coppia si trascinava ingrigito dalle difficoltà economiche, dalla mancanza di figli ed anche dalla poca ‘fantasia’ a letto di Paolo, che in dieci anni non era andato oltre una semplice sveltina, la domenica mattina al risveglio, fatta al buio. In pratica non aveva mai visto la moglie nuda!
    
    Quindici giorni ...
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