1. Lo stupore


    Data: 12/03/2018, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... stati scritti, visto che andranno corretti e modificati con gli interventi dei partecipanti. Io ho fatto un buon lavoro nelle settimane precedenti, giacché basterà poco e tutto sarà ottimo.
    
    Io ti vedo entrare nella sala del convegno, in quanto hai una targhetta attaccata alla giacca blu, io non comprendo chi tu possa essere, malgrado ciò ti riconosco, non ho dubbi, perché sei lo stesso della sera precedente, tenuto conto che ripasso rivedendo la scena come se fosse un film formato da pochi fotogrammi, dal momento che i tuoi capelli bagnati, la tua mano calda che m’afferra per non lasciarmi cadere e i tuoi occhi, quegli occhi cortesi, intriganti e soavi che sembrano divorarmi. Io vorrei avvicinarmi, ciononostante ho qualcosa d’urgente da fare, poiché non ho un attimo di sosta. Il pranzo si svolge tranquillamente, tu sei nella sala degli ospiti più rinomati, dal momento che t’ho visto entrare poco prima e non mi stupirei di vederti al tavolo dei cancellieri:
    
    ‘Adesso hai qualche ora libera’ – mi riferiscono.
    
    Il tedioso seminario proseguirà sennonché flemmaticamente arrivando alla terza parte dello svolgimento, fino al tardo pomeriggio, esattamente fin quando i comunicati finali non compariranno. Questa città &egrave davvero graziosa quando non diluvia, il sole splende nel cielo e il calore primaverile si fa sentire attraverso la giacca leggera sopra quel tailleur che indosso, in seguito vado fuori passeggiando in direzione della sponda del lago ammirando il leggiadro ...
    ... paesaggio. Dopo m’accomodo su d’una panchina al sole, cercando d’assaporare i caldi raggi sulla pelle e guardando dritto di fronte a me il lago così imperturbabile, attualmente avverto caldo, cosiffatto mi sfilo la giacca restando solamente con una maglietta sbracciata, giacché le braccia bianche al sole si riscaldano immediatamente:
    
    ‘Eri tu ieri sera, vero?’ – sento d’improvviso quella voce che mi raggiunge, io sussulto riaprendo bruscamente gli occhi che si erano abbandonati al calore del sole, mi giro di scatto e ti vedo. Tu sei in piedi dietro di me, mi osservi con le mani in tasca e con un sorriso allusivo e malizioso appena pronunciato sulle labbra:
    
    ‘Sì, esatto, ero io’ – rispondo sentendo il cuore battere forte.
    
    Ti siedi accanto a me, non hai la targhetta di riconoscimento del convegno, dato che non posso sapere chi sei, sarebbe troppo indelicato chiedertelo, allora parliamo di cose di poco conto, aggiungerei insignificanti. Le voci si mescolano tra di loro, si fanno più accese, più calme e più lente, ci conosciamo da pochi istanti, eppure mi sento in perfetta sintonia con il tuo modo di fare, dato che potrei stare per ore su quella panchina conversando con te, in conclusione guardando l’orologio m’accorgo che il tempo &egrave volato, poiché devo tornare al congresso. Entrando nell’hotel tu dimostri palesemente disinteresse, distacco e chiara freddezza, per il fatto che non mi saluti neppure, avviandoti in conclusione verso la sala dove si tiene la discussione a ...