1. UNA SCOLARA SPECIALE – IL GIORNO DELLA VERITA’ -7


    Data: 11/03/2018, Categorie: Etero Sensazioni Autore: F.P., Fonte: RaccontiMilu

    ... agguantai anche qualcosa che non avevo mai bramato così tanto. Ora era mio e lo sentii vibrante tra le mie dita, gonfio e turgido come non mai. Era bellissimo stringerlo ed era solo mio, ma così grande forse mi avrebbe davvero scardinato.
    
    Staccai il mio corpo da lui tenendomi sempre lo scettro stretto fra le dita, lo costrinsi a sdraiarsi sul letto. Lui faticava a guardarmi e a sostenere il mio sguardo mentre lo tenevo in tensione e chiuse gli occhi. Da buona scolara, ricordai ciò che Luana mi aveva insegnato e dopo averlo scappellato cominciai a farlo affondare nella mia bocca che allargai il più possibile, nella speranza vana di farlo entrare tutto.
    
    “No, no. Non così. Ti prego.”
    
    Mi fermai improvvisamente.
    
    “Perché non ti piace quello che sto facendo?”
    
    “No, non è quello. Mi piace immensamente, ma non voglio che tu possa sentirti umiliata.”
    
    “E pensi davvero che io possa sentirmi umiliata a fare qualcosa che a te, come hai detto, piace immensamente? E se piacesse anche a me?”
    
    “Ma queste sono cose che fanno le donnacce ….”
    
    “E io sono una donnaccia?”
    
    “Ti prego, non confondermi. Tu non sei per niente una donnaccia, ma …….”
    
    Ma questa volta guardandolo malignamente con occhi insinuanti e facendomi guardare affondai la mia bocca sul suo cazzo e cominciai a pomparlo predace. Il gusto e l’odore di sesso che stavamo esalando, mi stavano facendo ubriacare.
    
    Lui mi guardava estasiato e io cercavo di superarmi succhiandolo meglio che potevo. Lo ...
    ... affondavo il più possibile nella mia bocca e poi uscivo per leccarne la lunga asta come un gelato, passando a gustare uno per uno i suoi gonfi testicoli, per poi ricominciare, mulinando la lingua attorno al frenulo, facendolo affondare nuovamente nella mia bocca. Quando cominciò ad agitarsi sul letto capii che era quasi giunto il momento. Lo sentii arrivare prepotente, avvertendo in bocca le sue contrazioni. Mi lasciai riversare sul palato i suoi primi schizzi, per poi farlo terminare sul mio volto e sui miei capelli. A quel punto lo costrinsi con la mia mano a concludere quell’esplosione con una sega.
    
    Lo guardai mentre godeva: era bellissimo. Lo faceva senza articolare una parola, solo ansando forte, con gli occhi che guardavano, ma non vedevano. La sua sborra odorava di muschio; aveva qualcosa di selvatico, ma allo stesso tempo era acidula, con una consistenza densa e collosa.
    
    Quando ritornò dal suo stato di beatitudine, mi guardò serio.
    
    “Sei stata grande, Rosa. Sei proprio come ho sempre sognato che tu fossi.”
    
    “Intendi dire che mi hai sempre sognato come una porca?”
    
    Gli dissi ridendo, facendolo arrossire come un peperone.
    
    “È così che avrei voluto che fossi, ma non l’avrei mai sperato e non credevo che lo saresti mai stata. Anzi, ho sempre pensato che realizzare ciò che tu hai realizzato, non sarebbe mai stato in sintonia con la nostra vita. A dire il vero pensavo al nostro modo di fare sesso come ad una cosa calma e normale, con una certa monotonia, ma ...
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