1. UNA SCOLARA SPECIALE – IL GIORNO DELLA VERITA’ -7


    Data: 11/03/2018, Categorie: Etero Sensazioni Autore: F.P., Fonte: RaccontiMilu

    ... tu mi hai davvero sbalordito. Tu sei proprio travolgente.”
    
    “E se vuoi puoi chiamarmi Bocca di Rosa anziché solo Rosa.”
    
    Ci facemmo una risata insieme, tenendoci stretti per la mano.
    
    “Senti, se io mi prendessi la giornata di ferie, tu potresti chiamare la signora Elisabetta a che ti sostituisca in negozio?”
    
    Lo guardai con gli occhi che mi brillavano. Presi il cellulare, la chiamai e per fortuna la trovai disponibile. Sentii lui telefonare in ufficio nell’altra stanza. E quando lo vidi ritornare sorridente capii che era fatta. Lo baciai con ancora la bocca che sapeva della sua sborra e mentre lo facevo, con la mano mi ero già impadronita del suo scettro che ora aveva la consistenza di una grossa polpetta, ma sapevo bene come fare per riportarlo al suo splendore. Lui mi guardò felice e con un fazzolettino cominciò a togliermi i grumi di sborra che avevo ancora fra i capelli e sul viso.
    
    “Forse è meglio se ti fai una doccia. Non è molto efficace il fazzoletto per togliertela bene. Non capisco perché l’abbiamo fatto solo ora. In effetti non è cambiato niente, ma sapessi come mi sento felice oggi con te.” Come potevo dirgli che era tutto merito di Luana.
    
    “Vieni ho voglia di caffè. Non abbiamo ancora fatto colazione e per la doccia c’è ancora tempo.”
    
    E tutti nudi ci dirigemmo verso la cucina.
    
    Facemmo colazione seduti uno di fronte all’altra, ma senza alcuna vergogna e mi fu normale allungare il piede e solleticargli il cazzo con le dita dei piedi. ...
    ... Ci ritrovammo nudi, sul letto come se fosse stata la cosa più normale di questo mondo, uno accanto all’altra, tenendoci per mano a chiacchierare su quegli ultimi grandiosi avvenimenti. Era da qualche giorno che avevo la sensazione di qualcosa di diverso; come se tutto fosse tornato a posto, ma avevo un timore scaramantico a provare. Poi cominciai a palpargli il cazzo con delicatezza e lo sentii pian piano lievitare nelle mie mani. Avvertimmo tutti e due che l’atmosfera stava nuovamente cambiando. Lo guardai crescere e gonfiarsi pian piano. Il confronto con quello di Johnny mi ritornò nuovamente istintivo e devo dire che mentre lo stavo gioiosamente manipolando, quel confronto che intimamente sapevo a favore di Francesco, mi rendeva felice.
    
    “Sai? Il mio desiderio più grande era avere una donna accanto come te, ma ne avevo una paura matta perché le donne così pensavo fossero pericolose. Io ti conosco bene e oggi mi hai fatto l’uomo più felice di quanto tu possa immaginare.”
    
    Fu allora che mi ripetei e azzardando usai con lui un vocabolario che non ci era usuale:
    
    “Tu mi vuoi davvero puttana?”
    
    Lo vidi nuovamente arrossire.
    
    “Sì. Volevo una puttana, ma solo per i miei sogni, ma sapevo bene che se mia moglie fosse stata così davvero, avrei probabilmente avuto una vita piena di pene. Quando ho conosciuto te, ho subito capito che saresti diventata mia moglie perché sono felice quando sono con te e non ho bisogno di parlarti per farti capire i miei pensieri. Sono ...
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