1. Rossella


    Data: 02/03/2018, Categorie: Trans Autore: Pisellino, Fonte: EroticiRacconti

    ... Maurizio ci infilò dentro la lingua cominciò a muoverla. Lui era parecchio più alto e doveva chinarsi, avvertii qualcosa di rigido che mi spingeva sullo stomaco, era il suo cazzo ma lì per lì non realizzai, però mi sentivo strana ed anche il mio minuscolo pisellino era venuto duro.
    
    Per un po’ andammo avanti con i baci, sempre più profondi, adesso, però, mi appoggiava una mano sul culo e mi diceva anche lui amore e fighetta.
    
    Si strusciava sempre di più, ci prendeva sempre più gusto anche perché ormai, strusciandosi, veniva.
    
    Glielo presi in mano, la prima volta, in casa sua.
    
    Ero andato lì con mia madre, quel giorno ero particolarmente carina, portavo una abitino rosa che si allargava sopra le ginocchia, sotto una canottierina, la scarpine col laccio, da bambolina, dello stesso colore dell’abito, i calzettini corti col pizzo attorno, un maglioncino nero ricamato, le gambe nude ed un paio di mutandine bianche col pizzo sui bordi. Due bei codini. Un filino di lucidalabbra trasparente.
    
    Le mamme volevano andare per negozi, allora Maurizio domandò se noi potevamo restare, a giocare con i videogiochi. Loro furono d’accordo.
    
    Ci raccomandarono di fare i bravi ed uscirono.
    
    Appena fummo soli Maurizio prese l’iniziativa: “Senti Rossella (anche lui mi chiamava così) oggi facciamo una cosa nuova, è ora perché è da parecchio che sei la mia fidanzata”.
    
    Mi fece sedere sul divano, poi: “Togliti le mutandine, io ora te faccio vedere e tu mi fai vedere il tuo”.
    
    Mentre mi ...
    ... alzavo il vestitino e tiravo glù i graziosi slippini lui si abbassò i pantaloni, allora ebbi un moto di sorpresa, era il primo cazzo di un altro che vedevo e mi parve grossissimo. In effetti Maurizio possedeva già una bella fava, erano almeno dodici o tredici centimetri (ora ce l’ha il doppio).
    
    Il mio era decisamente più piccolo, insignificante.
    
    “Amore, che bel pisellino che hai” mi disse ridendo.
    
    Ero seduto o, meglio, “seduta” vista la situazione, con il vestitino tirato su e gli occhi sbarrati fissi su quel coso. Lui era in piedi e mi ordinò: “Dai, toccalo!”. Io ero titubante, allora prese la mia mano e delicatamente la appoggiò sul suo cazzo che era durissimo.
    
    Lo afferrai, all’inizio timidamente, poi con movimenti un po’ più decisi, istintivamente facevo avanti e indietro con la mano, per me era un gioco, mi divertiva vedere la cappella che appariva e scompariva.
    
    Maurizio, invece, prese ad ansimare e mi mise, per l’ennesima volta, la lingua in bocca.
    
    “Si, bravo, muovilo… amore”.
    
    Quella fu l’ultima volta in cui si rivolse a me al maschile.
    
    Infatti: “Così… fai su e giù… dai Rossy che sei brava. Hai già imparato”.
    
    Venne abbastanza velocemente, con uno schizzetto che mi arrivò sulle coscettine scoperte.
    
    Io automaticamente mi ripulii con la mano, e lui: “Dai, leccala!:
    
    Inizialmente non volevo farlo, mi faceva un po’ schifo, ma lui insisteva ed io mi decisi. In effetti sapeva di poco.
    
    Da quel momento fu un crescendo di seghe, gliele tiravo di ...
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